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20/10/2017 07:33:00

Marsala, la rapina da Mistretta Mobili. "Ecco come sono stato colpito..."

 E’ stato un racconto drammatico quello fatto, in Tribunale, da Antonio Mistretta, titolare del negozio di mobili di via Biagio Di Pietra rapinato la sera del 17 dicembre 2015.

Un racconto fatto nel corso del processo ai presunti autori di quella rapina, individuati dalla polizia nei pregiudicati marsalesi Giovanni Parrinello, di 34 anni, e Andrea Nizza, di 29, entrambi arrestati dopo oltre un anno di indagini.

“Erano le 19.45 circa – ha dichiarato il commerciante rispondendo alle domande del pubblico ministero Silvia Facciotti – e le porte del mio negozio di via Biagio Di Pietra erano, allora, sempre aperte, anche se avevo installato telecamere si all’esterno che all’interno. Io ero dietro la scrivania del mio ufficio e ad un certo punto, ho visto entrare due uomini alti e con il volto travisato da passamontagna. Uno di loro, armato di coltello, mi spinge a terra e mentre ero sotto la scrivania mi colpiva in testa con calci e pugni, mentre l’altro, armato di pistola, immobilizzava la mia collaboratrice. Quello con il coltello mi ha anche sbattuto la testa contro la scrivania. Ho ricevuto, poi, un colpo con il calcio della pistola e con il coltello sono stato ferito a una mano e all’addome. Il sangue scorreva. Ho pensato: qua finisce male”. Una violenza ingiustificata contro una vittima inerme, che ha detto di non avere neppure tentato una reazione. Poi, la richiesta: “Apri la cassaforte!”. Mistretta ha replicato: “Se mi ammazzi, come faccio ad aprire la cassaforte?”. Aperta quest’ultima, i malviventi hanno razziato tutto quello che vi era dentro. “C’erano – ha spiegato il negoziante – circa 1500 o 2000 euro in banconote, soldi spicci per un centinaio di euro, occhiali, orologi e qualche gioiello di mia figlia. Ho detto loro: ‘Prendete quello che volete, basta che ve ne andate. Ma loro continuavano a picchiarmi, con calci anche al naso. Io, intanto, iniziavo a perdere i sensi”. A difendere i due pregiudicati alla sbarra sono gli avvocati Giacomo Frazzitta e Luigi Pipitone. Il primo, a margine, sottolinea che “le vittime (l’altro è il gioielliere Saverio D’Angelo, ndr) non hanno riconosciuto i rapinatori nei due imputati”. Ad inizio di udienza è stato, invece, ascoltato il sovrintendente di polizia Pietro Graffeo, il primo investigatore arrivato sul posto subito dopo la rapina. “Appena arrivato – ha detto Graffeo – ho visto Antonio Mistretta a terra con il volto tumefatto e sangue. E per questo abbiamo chiamato l’ambulanza. La commessa era, invece, sotto choc. Nella vicina via Alagna, poi, abbiamo trovato lo scooter utilizzato dai rapinatori. Il mezzo era stato rubato un giorno prima”.