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23/10/2017 18:07:00

Un convegno d'alto profilo sulla corruzione, la politica e la mafia a Mazara

 La data del 29 settembre 2017 sarà ricordata dai nostri concittadini per un evento importante: a  Mazara del Vallo si è svolto un convegno dal titolo “Politica, corruzione e mafia”, di alto profilo per la presenza di autorevoli Magistrati, Avvocati e Giornalisti.

Un grazie da parte nostra all’Associazione Mazara libera che si è fatta promotrice dell’iniziativa.

La corruzione è un cancro come la mafia. Mentre la mafia tradizionale è stata notevolmente ridimensionata, i comportamenti mafiosi hanno subito una metamorfosi e oggi dilagano  inducendo comportamenti corruttivi, soprattutto nella pubblica amministrazione, e diffondendosi a dismisura.

Nella prima Repubblica la corruzione ha coinvolto i politici “costretti” a finanziare i partiti. Nella seconda Repubblica ha interessato e interessa, con un incremento impressionante, gli amministratori locali, i dirigenti e funzionari delle Istituzioni Regionali e degli Enti Locali che, nei casi accertati da sentenze passate in giudicato, hanno operato per illeciti arricchimenti personali.

L’alto tasso di corruzione che tristemente registriamo, è la dimostrazione che le Istituzioni hanno sottovalutato il fenomeno. A nostro parere la corruzione continuerà ad invadere  tutti i campi dell’economia come cancro maligno e inarrestabile,  fino a quando non ci saranno processi rapidi, che evitino le prescrizioni, a cui facciano seguito pene certe e rigorosamente applicate.

Il Centro Studi “La Voce” da anni denuncia all’Autorità giudiziaria il malaffare nelle nostre istituzioni locali, con argomentazioni inconfutabili. Siamo riusciti ad ottenere poco, rispetto alla mole di lavoro che abbiamo prodotto. Ma un episodio vogliamo ricordarlo per la “lezione” che da esso deriva.

Ci siamo infatti occupati della Belice Ambiente, società partecipata che operava nel maleodorante mondo della raccolta rifiuti, società  interamente pubblica. Questo “mostro” è stato dichiarato fallito il 19 dicembre 2016, lasciando un buco da capogiro, dovuto ad una allegra gestione caratterizzata da spese pazze,  appalti pilotati, fatture false. Ne abbiamo scritto, caso paradigmatico di ruberie eclatanti, illegalità diffuse e incapacità di controllo da parte dei sindaci soci. Il caso si è concluso con condanne miti e con un danno di oltre 13 milioni di euro per la comunità.

A dimostrazione del nostro convincimento che sanzioni leggere e spesso neppure applicate, inducono comportamenti con possibili profili di corruzione, ricordiamo che proprio i rifiuti, diventati alibi per creare situazioni di emergenza, sono stati oggetto di appalti per milioni di euro, appalti che si sono fatti beffa delle norme cogenti anticorruzione. E  questa deriva pericolosa ha trovato nel comune di Mazara una felice stagione, quasi che la  nostra città abbia una specie di extraterritorialità’ che esonera dall’applicazione delle leggi anticorruzione.

E dire che gli strumenti ci sono e, dove applicati, di efficacia confortante. Ricordiamo, ad esempio, che per combattere la corruzione il Comune di Mazara del Vallo si è dotato, come per legge, del Piano triennale per la prevenzione della corruzione, Piano triennale per la trasparenza e l’integrità, e codice di comportamento dei dipendenti pubblici, al fine di individuare le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione prevedendo, per queste attività, meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonee a prevenire il rischio corruzione.

A leggere le delibere approvate dalla Giunta Cristaldi sull’argomento, sembra che la macchina burocratica sia in perfetta efficienza, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti. A nostro parere le cose sono ben diverse!

Dobbiamo riconoscere che questi regolamenti riguardanti la corruzione sono, sul piano teorico e tecnico, perfetti e individuano le competenze attribuite ad ogni soggetto operativo e gli strumenti di controllo. Ai dirigenti comunali, come noto, è affidata l’attività di controllo e verifica in materia di prevenzione della corruzione, di trasparenza ed integrità. I dirigenti sono tenuti ad effettuare la rotazione dei dipendenti assegnati alle attività con più alto rischio di corruzione, per evitare assuefazione ambientale, abusi e possibile rischio di comportamenti illeciti, a causa della lunga permanenza nello stesso posto. Tutto regolare e rigorosamente applicato? Non diremmo proprio.

Infatti abbiamo scritto segnalando al Sindaco, al Segretario generale, al Dirigente del settore LL.PP. la mancanza di applicazione della legge anticorruzione, ove è stabilito, come già ricordato, che in aree sensibili è obbligatorio ruotare gli addetti. Non ci risulta che questa pratica sia stata eseguita; infatti molti dipendenti occupano lo stesso posto da oltre trent’anni e i piano anticorruzione si sono rivelati una sorta di foglio di fico per nascondere le vergogne. Come dire: il compitino l’abbiamo fatto, ma nessuno controllerà mai l’effettiva applicazione delle pompose affermazioni e dei roboanti programmi di formazione, informazione, rotazione e via discorrendo.

Ebbene, cari signori a cui compete agire nel rispetto della legge, dobbiamo deludervi: il nostro Centro Studi continuerà a indagare, segnalare, informare l’opinione pubblica. Chissà che alla fine non cambi il vento, come è cambiato  per la tragicomica vicenda dell’illuminazione pubblica o per l’esternalizzazione del ciclo completo dei tributi.

A proposito di segnalazioni: facciamo notare anche  che le contabilità dei lavori, che dovrebbero fare i tecnici dipendenti e i tecnici esterni incaricati, si ha il sospetto che vengano eseguite direttamente dalle ditte appaltatrici. Che sia il caso di effettuare dei controlli stringenti?

Succede anche che tecnici dipendenti del comune si siano liquidati incentivi non dovuti o maggiorati, che i lavori pubblici milionari siano oggetto di più perizie di variante e suppletive, ed infine che i lavori non siano collaudati. Cose da Repubblica delle Banane.

Ci risulta che un dipendente stia restituendo, su nostra segnalazione, incentivi illegittimamente incassati.

In conclusione, l’opinione diffusa al Comune di Mazara del Vallo è che il dipendente possa fare quello che vuole: tanto quando ti pescano, se ti pescano, è già tardi; il reato è già andato in prescrizione.

Giusto per girare il coltello nella piaga: come è possibile che non sia stato restituito il maltolto da parte di dipendenti comunali, nonostante  una ispezione ministeriale conclusasi con provvedimento definitivo che imponeva la restituzione al Comune di somme arbitrariamente incassate da dirigenti e funzionari?

Tutti insieme allegramente senza, di fatto, alcun controllo. Con la riforma del titolo V della Costituzione del 2001, in nome di una malintesa “semplificazione” e generico “decentramento”, gli Enti locali, le  Regioni, di fatto hanno attenuato irresponsabilmente  i controlli.  Così unico argine, tardivo e spesso inefficace, resta il controllo della Corte dei Conti. Ultima chicca in questo desolante scenario: la nomina diretta ( e quindi con possibili effetti distorsivi) dei Segretari comunali da parte dei Sindaci. Difficile da capire che la capacità di controllo di questi eroici burocrati è fortemente condizionata?

 

Mazara del Vallo,27.09.2017                                                 Centro Studi “La Voce”                   

                                                                                                          Il Presidente

                                                                                                     Girolamo Pipitone