Con due anni di ritardo rispetto al resto del Paese, grazie ad un accordo tra l’Ufficio scolastico regionale, che ha in dotazione e metterà a disposizione gli ispettori per passare al setaccio le paritarie, e la Regione, che ha la competenza in tema di istruzione non statale ma che non ha in organico ispettori, anche in Sicilia partono i controlli sulle scuole paritarie voluti dalla riforma “La buona scuola”.
Secondo quanto riportato da “Repubblica.it – Palermo”, dalle prime ispezioni effettuate sulle scuole superiori risulta che 1 Istituto su 3 non è in regola. “Proporremo la chiusura di una decina di scuole sulle prime 34 controllate – spiega il direttore dell’Usr, Maria Luisa Altomonte – Abbiamo scoperto soprattutto una serie di istituti che presentavano la cosiddetta piramide rovesciata: troppi alunni nelle classi finali e pochi nelle prime classi”.
La sensazione è che in molti casi si tratti di scuole frequentate da ragazzi che avendo subito delle bocciature in altri istituti, cercano esclusivamente di conseguire il diploma. Pertanto le scuole a rischio probabilmente non sono terminate, perché in Sicilia sulla totalità degli istituti superiori paritari (211), il 20 per cento funziona solo con terze, quarte e quinte, mentre sono del tutto assenti le classi prime e seconde.
Per questa prima tranche di ispezioni – continua il direttore dell’USR Sicilia – “è la Regione che deve emettere il provvedimento di revoca della parità scolastica”.
“Ma, in base all’accordo sottoscritto con noi, dovrebbe attenersi al nostro parere. Solo in casi particolari può procedere in maniera diversa”.
“Con questo lavoro – conclude il direttore Altomonte – ci allineiamo a resto d’Italia eliminando una serie di situazioni anomale. La paritarie hanno tutto il diritto di esistere e ci auguriamo che prosperino ma nel rispetto delle regole”.