Altri due casi di stalking a Marsala. Due misure cautelari sono state notificate, per stalking, dai militari la sezione di pg dei carabinieri della Procura di Marsala comandata dal luogotenente Francesco Pellegrino.
Al centro di uno dei due casi c’è un cameriere marsalese di 30 anni, S.P., che negli ultimi mesi, in contrada Rakalia, sarebbe diventato l’incubo della madre, nonché di fratelli e sorelle, solo perché non riuscirebbe a rassegnarsi al fatto che la prima ha deciso di lasciare il marito. E cioè suo padre.
Per questo motivo, soprattutto da quando la madre ha trovato un lavoro per mantenere i figli, che sono andati a vivere con lei, S.P. le avrebbe fatto parecchie sfuriate. Anche per strada e davanti ad altre persone.
Pare che l’abbia anche costantemente seguita proprio per rimproverarle con grande vigore la decisione di lasciare il marito. E sfuriate avrebbero subito anche fratelli e sorelle, “rei” di aver condiviso la scelta della madre. E
ppure, l’uomo abbandonato dalla moglie non ha reagito così male. Anche se, naturalmente, non l’ha presa bene. Adesso, a S.P. è stato notificato il divieto di avvicinamento, nel raggio di 500 metri, alle sue vittime. E se non rispetterà tale divieto, potrebbe scattare qualche altra misura cautelare ben più grave.
Come accaduto per A.G., che deve lasciare il Comune di Marsala. Per lui, infatti, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha disposto il divieto di dimora nel Comune di Marsala. In precedenza, gli era stato notificato il divieto di avvicinamento alle sue vittime, ma lui ha ugualmente continuato ad avvicinarle e a sottoporle ad atti persecutori.
In questo caso, teatro dei fatti è stata la contrada Sturiano, sempre nell’entroterra del versante nord marsalese. Una decina di giorni fa, sempre la sezione di pg dei carabinieri della Procura aveva notificato, in contrada Dammusello, un’altra misura cautelare per stalking in danno di un’intera famiglia ad un uomo di 39 anni (A.F.). La misura cautelare disposta dal gip consiste nel divieto di avvicinamento, nel raggio di 150 metri, alle presunte vittime, nonché di comunicazione con queste (né telefonate, né sms o altro). In questo caso, sembra che tutto sia iniziato per i classici motivi di contrasto tra vicini di casa.