Nel lungo tour elettorale trapanese di Nello Musumeci, una tappa significativa e' stata senza dubbio quella di Salemi.
Atteso per le 18,00 di venerdì, il candidato alla Presidenza della Regione ha però raggiunto la sala con più di un'ora di ritardo. Alcune centinaia comunque sono rimasti, alla fine ad ascoltare il comizio del politico catanese.
Un parterre di tutto rispetto composto essenzialmente da rappresentanti della destra storica salemitana (assente l'ex sindaco Luigi Crimi), ma anche da qualche consigliere del PD, Antonio Brunetta, dell'ormai ex consigliere comunale forzista Nino Scimemi, dimessosi nei giorni scorsi e a cui dovrebbe subentrare il primo dei non eletti Vito Balsamo, Titti Angelo di Forza Italia e del Presidente del Consiglio Lorenzo Cascio, seduto in prima fila, e di cui si narra di presunte recenti divergenze con l'alcamese Mimmo Turano, la cui amicizia politica ereditata dal padre Peppino Cascio, parrebbe essere stata scalfita in questi giorni di campagna elettorale.
Data l'ora tarda, due soli sono stati gli interenti della serata.
Dopo un breve intervento di presentazione da parte di Bartolo Giglio, la parola e' stata data all'ex Presidente della Provincia di Catania Nello Musumeci, il cui slogan più ad effetto e che spesso ama ripetere e che se sarà eletto presidente "vorrò solo fare il lavoro sporco, vorrò bonificare questa Regione!".
Per Musumeci, il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari, "arrancherebbe" e non avrebbe al momento alcuna possibilità di essere eletto. Per bloccare la "sventurata ipotesi" di una elezione di Cancellieri ( "saremo ad una replica del fallimentare percorso di Crocetta", ha detto Musumeci) il voto utile e' quello dato alla coalizione di destra.
Il suo percorso di governo sarà, ha assicurato, caratterizzato da un permanente "codice comportamentale". Non ci sarà spazio per quanti volessero ignorarlo o calpestarlo. Non solo. Ma se dovesse vincere le elezioni ed eletto presidente, a mandato concluso, ha promesso che uscirà definitivamente dalla politica attiva. Di conseguenza, "nessun compromesso con nessuno", ha chiosato. Per poi concludere: "queste mani hanno gestito oltre 930 miliardi di denaro e io non so come sia fatto un avviso di garanzia''.
Per Salemi, prima di concludere, prevede che per fare uscire la città da un presunto "oblio" (sue parole) occorre inseguire la via dell'agricoltura e la cultura come strumenti di progresso economico finalizzati a turismo.
Ma e' solo alla conclusione del discorso la vera novità (per il cronista) della kermesse.
Prestissimo "Nicola e Giuseppe daranno vita ad un nuovo consiliare che avrà il nome di 'Diventerà Bellissima'".
Si tratta dei consiglieri comunali Nicola Bendici, attualmente della maggioranza, e Giuseppe Loiacono della minoranza. Il primo, eletto da indipendente nelle liste del Pd, e il secondo in quella di Sgarbi, ma da cui uscì quasi subito per dichiararsi indipendente.
Se la costituzione del nuovo gruppo consiliare e l'ingresso di un nuovo consigliere, saranno destinati a creare nuovi equilibri politici, al momento non siamo in grado di pronosticarlo.
Tutto dipenderà dall'esito delle prossime elezioni regionali di Novembre.
L'antico vezzo italico di andare sempre in soccorso del vincitore non e' mai andato in soffitta.
Più che mai a Salemi.
Dove, nel corso dei secoli, con il nobile pretesto di conservare l'ambito titolo di "libera et immunis", sempre si preferì di stare dalla parte della Corona, qualunque essa fosse.
Persino con quella Savoiarda. Intermediari i vari massoni La Farina, Crispi, e Mistetta. In compenso, oltre ad essere proclamata "Prima capitale d'Italia", ebbe l'onore di fornire i titolo di "Conte di Salemi" ad Umberto Maria Vittorio Amedeo Giuseppe di Savoia, nipote del Re.
Franco Ciro Lo Re