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30/10/2017 07:43:00

Mafia, arresti a Bagheria. Boss vuole uccidere la figlia: è innamorata di un carabiniere

 Operazione antimafia dei Carabinieri del comando provinciale di Palermo. Con l'ausilio di unità cinofile e di un elicottero del 9° Nucleo di Palermo, i militari stanno dando esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 persone ritenute esponenti di spicco di Cosa Nostra. Gli indagati, associati al mandamento mafioso di Bagheria (PA), sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione aggravata ai danni di imprenditori locali.

Ancora una volta, al centro delle operazioni investigative, c'è un boss anziano scarcerato da poco, Pino Scaduto. E' stato scarcerato lo scorso aprile dopo essere stato arrestato nell'operazione Perseo del 2008.

Secondo gli inquirenti avrebbe cercato di riprendere il comando della cosca di Bagheria.Progettava addirittura di uccidere la figlia perché si era innamorata di un carabiniere. Aveva dato un ordine in tal senso al figlio, di trenta anni, che però si è rifiutato. 

Commenta Felice Cavallaro sul Corriere della Sera:

Forse nemmeno le più cruente sceneggiature delle fiction di mafia prevedono che un boss possa ordinare l’assassinio della figlia perché innamorata di un carabiniere, seppure convivente con un altro “picciotto”. E che lo stesso boss possa chiedere di eseguire di spazzare via l’onta di un presunto e perduto onore dando l’ordine di uccidere tutti al figlio. Un ragazzo di trent’anni obbligato così a sparare alla sorella e ai suoi due uomini, come s’è rifiutato di fare, ma come s’è sentito imporre dal padre, Pino Scaduto, da pochi mesi in libertà, vent’anni fa considerato un servizievole “picciotto” impegnato nella protezione dell’allora latitante Bernardo Provenzano e adesso incaricato dai clan destrutturati dalle retate di ricostituire la cupola mafiosa.

L'operazione antimafia è stata battezzata "Nuova alba". Sono state accertate tra l'altro estorsioni ai danni di imprenditori locali del settore edile e delle acque minerali, costretti a consegnare ingenti somme di denaro a titolo di "pizzo" o ad assumere soggetti contigui all'organizzazione mafiosa.
Un provvedimento è stato notificato in carcere anche a Giacinto Di Salvo, altro esponente di spicco della consorteria mafiosa, già a capo del Mandamento di Bagheria dal 2011 fino al maggio 2013, quando venne arrestato nell'ambito dell'indagine "Argo". Arrestati poi Giovanni Trapani, ritenuto fino al 2010 a capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi, e i vertici storici della famiglia di Altavilla Milicia, come Franco Lombardo e Michele Modica, e Giulio Caporrimo che nel 2011 aveva organizzato l'incontro di Villa Pensabene riunendo tutti i capi mandamento del capoluogo siciliano. Per alcuni degli indagati, già detenuti, il provvedimento è stato notificato nelle carceri di Palermo, Tolmezzo e Prato.