Riprende oggi a Marsala il processo a Giuseppe De Vita, gestore insieme alla moglie del lido "Le tre torri" di San Teodoro, sempre al centro di numerose polemiche e adesso finite nei guai per la lite con dei poliziotti in borghese che, in bici, volevano fare delle foto al panorama.
Nell'ultima udienza del processo, che si tiene per direttissima, è stato ascoltato il sovrintendente di polizia Luigi Guastella. Il processo è scaturito dalla baruffa che si è registrata tra i gestori del lido e il bagnino, da un lato, e un gruppo di ciclisti amatori («Le pantere della polizia bike»), dall’altro.
«Eravamo in 38 – ha spiegato Guastella – ma arrivati nei pressi del lido uno di noi ha forato. Ci siamo, quindi, fermati. E una ragazza del nostro gruppo è andata sul bagnasciuga per scattare qualche foto. Al diniego, sia la ragazza, funzionaria del Demanio, che io, abbiamo spiegato che conoscevamo bene le regole e che il bagnasciuga è pubblico». Ma non c’è stato verso. «De Vita – ha continuato il poliziotto – si è lasciato andare al turpiloquio e mi ha detto cretino anche alla presenza degli agenti della Volante arrivati dopo che abbiamo chiamato il 113». Il gestore del lido, difeso dall’avvocato Giacomo Frazzitta, è stato perciò arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Poi, dopo la convalida e il ritorno in libertà, su richiesta del pm Antonella Trainito gli è stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora nel suo stesso lido. Oggi saranno ascoltati altri testi.