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02/11/2017 06:30:00

Favignana, presi i tre evasi. Il racconto della fuga, la storia e le immagini

15,00 - ” La sinergia tra tutte le forze dell’ordine presenti ha permesso la cattura dei tre evasi”. Queste le parole di Veneziano, della UIL Polizia Penitenziaria pronunciate dopo la massiccia operazione che ha permesso la consegna alla giustizia dei tre detenuti scappati dal carcere di Favignana.
L’accelerazione è avvenuta anche grazie alla discesa in campo del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria di Roma, che ha assistito i colleghi del territorio da subito impegnati nelle ricerche. “Ci sono stati Poliziotti Penitenziari in servizio a Favignana con a capo il Comandante di Reparto, che dal giorno dell’evasione dopo aver espletato servizio in carcere si sono messi a battere metro per metro l’isola, usando anche mezzi propri ininterrottamente. Questi uomini meritano tutto il rispetto e nessuno può permettersi di parlare prima di sapere. Un grazie anche al Provveditore Regionale di Palermo Dott. Gianfranco De Gesu che con l’apporto dell’Ufficio Sicurezza e Traduzioni ha posto in essere altre azioni a supporto, e specificatamente all’equipaggio della Motovedetta d’Altura V.3 della Polizia Penitenziaria che unitamente ai colleghi di Trapani Coordinati dal Comandante di Reparto in sinergia con il Comandante del Nucleo Operativo Provinciale NTP hanno permesso di monitorare con propri uomini e mezzi, usando la discrezione le zone più vulnerabili”.

 

12,00 - E' in corso a Trapani la conferenza stampa del procuratore Alfredo Morvillo e dei vertici della polizia penitenziaria e dei carabinieri per spiegare i particolari dell'arresto dei tre evasi. Rispetto a quanto già anticipato da Tp24.it, apprendiamo che gli evasi erano diretti con il gommone rubato verso Marsala, dove probabilmente aveva un contatto. Ed in questo senso si stanno sviluppando ulteriori indagini coordinate dalla Procura di Trapani. Morvillo ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile l'arresto dei tre e ha confermato quanto anticipato da tp24.it: "Gli evasi aspettavano che il tempo migliorasse per imbarcarsi in direzione Marsala, a Punta longa". Curiosità: "Una signora ha chiamato da Trapani dicendo di avere visto uno dei tre evasi, e di avere anche un video. E in effetti la persona nel video era quasi identica a uno dei tre. Ma non era lui...".

11,10 - Altri particolari.  I tre  stavano tentando di abbandonare l'isola con un gommone rubato. Uno dei tre, Massimo Mangione, è riuscito a darsi nuovamente alla fuga lanciandosi in mare. A questo punto sono state mobilitate tutte le forze dell'ordine presenti sull'isola, comprese le motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto che hanno illuminato il tratto di mare. Dopo avere riguadagnato la riva Mangione ha cercato di allontanarsi a piedi ma è stato catturato dai carabinieri e dalla polizia penitenziaria che hanno seguito le tracce lasciate sul terreno dagli indumenti bagnati. "Brillante è stata l'operazione di servizio che ha portato alla cattura dei tre evasi di Favignana, ma questo grave episodio deve essere l'occasione per ripensare davvero lo stato della sicurezza precario delle carceri italiane", ha sottolineato Donato Capece, segretario del Sappe, sindacato autonomo dei lavoratori della polizia penitenziaria. "Allo stato, sembrerebbe essere in atto una riforma dell'Ordinamento penitenziario (che non ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali) che, tra le altre, si caratterizza per la introduzione dell'affettività e del sesso in cella per i detenuti. Insomma, mentre le carceri scoppiano con quasi 58mila detenuti presenti a sancire il fallimento di tutte le leggi svuota carceri, con continue risse, aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro gli agenti, con le evasioni e i penitenziari senza direttori, educatori, assistenti sociali, non può essere l'affettività in carcere per i detenuti la priorità", afferma il sindacalista. Per Capece, altri sono gli interventi urgenti per fronteggiare la costante situazione di tensione che si vive nelle carceri: "Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le evasioni ne sono la più evidente dimostrazione. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della polizia penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, le telecamere e i sistemi anti intrusione e anti evasione spesso non funzionano, e questo è gravissimo". "I vertici del Ministero della Giustizia hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Mancano agenti di polizia penitenziaria e queste sono le conseguenze. E coloro che hanno la responsabilità di guidare il Ministero della Giustizia si dovrebbero dimettere dopo tutti questi fallimenti", conclude il comunicato di Capece.

10,30 - Da sabato nascosti in una grotta, probabilmente senza poter bere e mangiare, aspettando che il tempo migliorasse per rubare una barca e raggiungere la terraferma. Avolese, Mangione e Scardino, i tre evasi dal carcere di Favignana, hanno finito la loro fuga, che è durata alcuni giorni, e non li ha mai portati fuori dall'isola. Il tempo inclemente, infatti, li ha costretti a nascondersi in una cala un po' periferica, aspettando l'occasione buona per scappare. Solo che nel frattempo la polizia penitenziaria si era attrezzata, ad ogni livello, per coprire l'isola, e i possibili approdi a Marsala e Trapani, e per i tre la fuga da Favignana non è mai davvero cominciata. "Sapevamo che non erano lontano - commenta adesso Gioacchino Veneziano, segretario regionale della Uil Polizia Penitenziaria - e vorrei sottolineare che la polizia penitenziaria ha fatto un grande lavoro: ha coperto per intero l'isola di Favignana, fino a Punta Longa, dove poi i tre sono stati presi". Le fasi della cattura sono state concitate. Secondo alcune ricostruzioni, a scopo intimidatorio, gli agenti hanno sparato ben 21 colpi in aria. "Gli uomini della polizia penitenziaria di Favignana sono stati in campo per quattro giorni, senza dormire, senza tornare a casa. Domenica poi c'è stato il salto di qualità - continua Veneziano - perchè sono arrivate altre unità da Roma, permettendo a tutti di coprire il territorio e di garantire i turni e il lavoro al carcere". E infatti è a Trapani Augusto Zaccariello, comandante del nucleo investigativo centrale dell'Amministrazione Penitenziaria.

09,20 - I dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto dei tre evasi dal carcere di Favignana lo scorso 28 ottobre, saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11:30 presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani alla presenza anche del Commissario coordinatore del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.
La conferenza stampa sarà presieduta del Procuratore della Repubblica di Trapani Alfredo Morvillo.

06,30 - Stavano rubando una barca per tentare la fuga. Sono stati presi all'una  di questa notte i tre detenuti evasi sabato scorso dal carcere di Favignana. Erano, quindi, ancora sull'isola. Sono stati catturati dalla polizia penitenziaria e dai carabinieri. E sono stati trasferiti a Trapani per essere interrogati e poi condotti al carcere di San Giuliano.

 "Adesso lavoriamo per cercare eventuali complici dopo la fuga, sia nella preparazione della fuga" dichiara il Maggiore Antonio Merola.

Adriano Avolese, ergastolano, Massimo Mangione e Giuseppe Scardino, sono stati rintracciati tra gli scogli della spiaggia di Punta Longa a Favignana. I tre stavano armeggiando attorno a una barca e sono stati notati dai carabinieri. Non appena hanno visto i militari si sono lanciati in acqua. I carabinieri li hanno seguiti in mare e hanno bloccato Avolese e Scardino. Mentre Mangione è stato fermato dai militari assieme alla polizia penitenziaria, stava tentando di scappare nella campagna. I tre fuggiaschi avevano tre borse, non erano armati. Dopo l'arresto è scattata una battuta sull'isola, a caccia del covo e dei complici dei fuggiaschi.

I tre detenuti erano riusciti a segare le sbarre del carcere di massima sicurezza di Favignana "Giuseppe Barraco".  Si erano calati dalle mura di cinta del carcere con le lenzuola, nella notte tra venerdì e sabato. Le loro ricerche sono durate cinque giorni. 

Adriano Avolese, 36 anni, nel 2002 a Pachino (Sr) uccise Sebastiano Di Rosa, 24 anni, per una vendetta nei confronti del fratello della vittima, Salvatore, che avrebbe insidiato la moglie. La Cassazione ha confermato le condanne a 25 anni di reclusione per il fratello di Avolese, Giuseppe, all'ergastolo per Mario, padre dei due di 64 anni, e a 30 anni per Dino Lentinello. Secondo le indagini della polizia la vittima fu picchiata selvaggiamente con pugni, calci e colpi di bastone. Il corpo venne gettato in un appezzamento di terreno e dato alle fiamme. Giuseppe Scardino 41 anni, deve scontare una pena di oltre 15 anni di reclusione per una serie di rapine violente e per il tentativo di omicidio di un poliziotto a Scoglitti, frazione di Vittoria (Rg): reati compiuti tra il 2006 e il 2007. Scardino era stato complice di Massimo Mangione, 37 anni, condannato a 12 anni e 8 mesi, nelle rapine e con lui sparò all'impazzata nel centro di Scoglitti ferendo una donna per sfuggire a due poliziotti che l'avevano riconosciuto perchè ricercato. I due cercarono di uccidere gli agenti. Mangione tentò di uccidere un poliziotto sparandogli un colpo alla tempia ma la pistola s'inceppò.

Questo il comunicato stampa dei Carabinieri:

I Carabinieri, nel corso dei servizi di controllo del territorio predisposti dal Comando Provinciale di Trapani, sull’isola di Favignana e sulla terra ferma, per ricercare i tre uomini evasi dal carcere egadiano il 28 ottobre scorso, hanno individuato nella nottata i fuggitivi mentre cercavano di allontanarsi dall’isola.
Due (AVOLESE Adriano condannato all’ergastolo e SCARDINO Giuseppe fine pena 2032) sono stati immediatamente bloccati dai Carabinieri, mentre il terzo (MANGIONE Massimo Salvatore , fine pena 2037 )riusciva momentaneamente a sfuggire alla cattura, venendo rintracciato, poco dopo, dai Carabinieri e da personale della Polizia Penitenziaria giunta in ausilio ai Militari dell’Arma.
Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani.