Li hanno trovati a Punta Longa. E non è un caso. E' infatti la parte dell'isola di Favignana più vicina a Marsala. Da lì, in un quarto d'ora, con il mare buono, si può raggiungere la costa siciliana.
Ed era lì che li aspettavano gli uomini di pattuglia della polizia penitenziaria e dei carabinieri. E' finita così la fuga di Adriano Avolese, Giuseppe Scardino e Massimo Mangione, i tre evasi dal carcere di massima sicurezza di Favignana.
Sull'isola c'è stato un dispiegamento di forze senza precedenti, con unità della polizia penitenziaria da Roma, e pattugliamenti incrociati anche a Trapani e Marsala su ogni imbarcazione in arrivo. Ma gli investigatori sapevano che i tre erano ancora sull'isola.
Le condizioni del mare erano proibitive. La prima notte buona per tentare una traversata è stata quella tra il 1° e il 2 Novembre. I controlli sulla costa si sono rafforzati. E proprio Punta Longa è stata una delle prime mete della ronda nottura. Lì, i tre sono stati trovati mentre, con un gommone rubato, tentavano di prendere il largo. Dopo alcune fasi concitate, sono stati catturati. Ma c'è qualcosa che non torna, in tutto ciò che è successo. Come facevano a sapere di Punta Longa tre detenuti della Sicilia Orientale, che di Favignana conoscevano solo il carcere? Cosa hanno fatto da sabato mattina ad oggi? Chi li ha aiutati? E' quello che si chiedono in tanti. Insomma, l'ipotesi di un basista a Favignana si fa sempre più largo. Anche perché, tutto, nella fuga, è stato fin troppo facile. E sembra quasi una messinscena. Anche le lenzuola calate dal muro del carcere: ma siamo proprio sicuri che siano state utilizzate per la fuga? E se invece si è trattato di uno specchietto per le allodole? Le lenzuola, infatti sono corte. Arrivano a più di tre metri da terra.
Gli inquirenti non escludono che i tre, catturati nella notte, abbiano potuto trovare un alloggio di fortuna in una delle tante villette in questo periodo chiuse.
Sono in corso controlli. Accertamenti sono in corso anche per stabilire la provenienza degli arnesi (chiavi inglesi e cacciaviti) che i fuggiaschi avevano con sé al momento dell'arresto, avvenuto in località Punta Longa.
«Stiamo verificando se all’interno della struttura penitenziaria possano esserci state responsabilità colpose o dolose» - ha detto il procuratore di Trapani, Alfredo Morvillo, nel corso della conferenza stampa. Ancora: la videosorveglianza dentro e fuori le mura del carcere non funzionava. Circa venti telecamere, secondo le fonti di Tp24.it, hanno necessità di manutenzione. Bene. Come facevano i tre a saperlo?
Da segnalare, comunque, che i cittadini hanno collaborato al massimo con le forze dell'ordine, sia a Favignana che a Trapani. Ieri Tp24.it ha riferito un episodio raccontato dal comandante provinciale dei carabinieri, Stefano Russo: «Una signora ha telefonato al comando raccontando di essere certa di avere incontrato nel centro storico di Trapani uno dei tre evasi, e di averlo fotografato. È stata invitata ad inviare la foto al comando, in realtà – ha detto Russo – la somiglianza era davvero impressionante, solo che dopo una accurata verifica abbiamo visto che non si trattava di uno dei tre».