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04/11/2017 06:00:00

"Sono caldo come gli arabi". Così il primario Adile ha violentato la paziente

Si vantava con la paziente della quale stava abusando, mostrandogli il membro e costringendola ad avere un rapporto orale, di essere "caldo come gli arabi". E' la registrazione che inchioda il noto ginecologo palermitano Biagio Adile, arrestato per violenza sessuale grazie alla coraggiosa denuncia di una paziente tunisina, che è riuscita a registrare con il suo cellulare le violenze subito. 

"Senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato... Facciamo questa cosa, un poco e basta" sono le terribili parole del ginecologo  Adile, registrate in un file audio allegato dagli investigatori agli atti dell’inchiesta. È la registrazione dell’ultima visita cui si è sottoposta la paziente tunisina di 28 anni. È lei, il 7 febbraio scorso, a rendere dichiarazioni agli agenti della sezione di polizia giudiziaria del tribunale per i minorenni. «Quella volta in cui io andai e si verificò il fatto per cui ho fatto denuncia erano presenti in ambulatorio tante persone. La segretaria non mi notò per cui io bussai alla porta del dottor Biagio Adile e lui mi rispose che dovevo aspettare. Fui ricevuta per ultima, quando già l'ambulatorio era vuoto, era presente solo l'infermiera. Mi ha fatto capire che voleva che io ricambiassi, lui mi diceva che avevo fatto una visita in ospedale. Lui non voleva essere ringraziato, voleva che gli praticassi un rapporto orale e voleva prendermi da dietro. Io dicevo ”non voglio” e lui, con indosso il camice e un paio di jeans, girava dalla scrivania, si poneva davanti a me in piedi, si abbassava i pantaloni e con forza mi prendeva con la nuca... A me veniva da vomitare. Allora lui mi lasciava e poi mi riprendeva la testa e me lo... Io gli dicevo ”non voglio” e lui ”un altro poco, non c’è nessuno”».

Il file ascoltato dagli inquirenti, purtroppo, lascia spazio a pochi dubbi. Si evincono anche delle pause che fanno parte della consumazione del rapporto orale. Si sente l’uomo ansimare, la donna che dice ”non puoi fare così, mamma mia”. E poi l’uomo che strappa un pezzo di carta assorbente da un rotolo che gli servirà, come raccontato dalla donna, per pulirsi e per pulire il pavimento. E, infine, la porta che si riapre e la donna che gli dice «Dio è grande e ti punirà».

Ancora la donna:  «Cominciava a toccarmi il seno strizzandomelo. Ero ancora coricata con le gambe aperte e praticamente tutta nuda. Lui girava mettendosi di fianco al lettino e dopo avermi baciata in bocca si abbassava i pantaloni e le mutande dicendo “guarda quanto è grande, sono caldo come gli arabi”. Io lo respingevo e gli chiedevo perché mi stava facendo queste cose. Lui si rivestiva subito , dicendomi che non dovevo spaventarmi e che mi avrebbe aiutata lo stesso».


La donna fornisce poi alcune indicazioni sugli ambienti medici: «L’ambulatorio dell’ospedale di Villa Sofia è sito nel reparto di ginecologia. Era presente fuori dallo studio un’infermiera che si occupava dell’aspetto burocratico, cioè delle ricette e del ticket. L’infermiera si è anche occupata di prepararmi sul lettino e di disinfettare le parti che dovevano essere visitate . Poi andava via e la visita la effettuava solamente il dottore Adile - aggiunge la donna -. Questo è accaduto per tutte le volte in cui io sono stata visitata dal dottore, eccezione fatta dell’ultima in cui si sono verificati i fatti in quanto era tardo pomeriggio e non c’era nessuna infermiera. L’ambulatorio di Villa Sofia è una stanzetta di medie dimensioni, non ricordo se c’era finestra o meno. Vi era una scrivania con vicino un paravento ed il lettino dietro. I tetti sono verdi, ma non ricordo il colore delle pareti. Preciso che il dottore Adile ha due ambulatori a Villa Sofia che sono due stanze accanto. In uno ci sono oltre che il lettino e la scrivania anche i macchinari, nell’altro solo lettino e scrivania e paravento. Quando lui mi ha fatto “quelle cose” ci trovavamo nell’ambulatorio dove non ci sono i macchinari. Mentre l’ambulatorio privato del dottore, che è sito nei pressi dello stadio, ho saputo che si trova in via Veneto. Adesso lo so perché mi ha mandato l'indirizzo a mezzo sms un mio amico. Questo studio si trova a piano terra, in realtà è un poliambulatorio nel senso che lì vi sono più medici che ricevono. Una volta avuto accesso nella struttura vi è una segretaria che smista appuntamenti e consente l'accesso dei pazienti da uno o altro specialista".