Domenica 5 novembre gli elettori siciliani sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo governatore e rinnovare l’assemblea regionale. Sono cinque i candidati alla poltrona di Palazzo d’Orléans, che si contendono la successione alla carica di Rosario Crocetta, che non si è ricandidato per la presidenza ma solo come deputato ed è stato escluso dalla consultazione per ritardi nella presentazione dell’unica lista in cui era inserito. Le elezioni regionali in Sicilia sono considerate particolarmente importanti e delicate in ottica nazionale, dal momento che si tratta dell'ultimo voto prima delle politiche che si terranno nella primavera 2018. Un test per tutti i partiti, per verificare i consensi in attesa della partita per Palazzo Chigi.
Le urne siciliane saranno aperte dalle ore 8 alle ore 22. Circa 4 milioni e 600mila elettori sono chiamati ai seggi. Ai cittadini che andranno a votare, muniti di tessera elettorale e un documento di identità, verrà consegnata una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. Di fianco a questi è indicato il nome del capolista della lista regionale collegata, candidato alla carica di presidente della Regione. L’elettore dovrà barrare con una "x" la lista provinciale prescelta e potrà esprimere una preferenza per il deputato regionale, scrivendo il nominativo del candidato. Sulla destra segnerà poi con un’altra "x" il nome del candidato alla presidenza di regione o il simbolo della sua lista, oppure entrambi. È valido il voto disgiunto: sarà possibile votare per una lista regionale e una provinciale non collegate fra di loro. Se l’elettore dovesse votare soltanto per una lista provinciale, il voto andrà automaticamente alla lista regionale ad essa collegata.
Dal 2001 l'elezione dell’inquilino di Palazzo d’Orléans è diretta e a suffragio universale, secondo quanto stabilito dalla legge costituzionale n. 2/2001, che ha modificato l’articolo 9 dello Statuto della Regione Siciliana. Fino ad allora il presidente della Regione era eletto a maggioranza assoluta dai componenti dell’Assemblea regionale. Non è previsto alcun ballottaggio: vincerà il candidato che raccoglierà la maggioranza dei voti. Il quadro legislativo di riferimento per le elezioni siciliane resta la legge regionale n. 29 del 20 marzo 1951, con le modifiche introdotte da due norme regionali nel 2005 e nel 2007.
Oltre al Presidente di regione, i cittadini eleggeranno i membri dell'Assemblea regionale chiamati, solo in Sicilia, deputati, in virtù del suo Statuto speciale. Per la prima volta scende il numero degli eletti: non saranno più 90 ma 70, dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale n. 2 del 7 febbraio 2013. Dei 70 deputati, 62 saranno designati con metodo proporzionale su base provinciale, con liste collegate a una lista regionale per la quale è prevista una soglia di sbarramento fissata al 5%. Vista la modifica del numero totale di deputati da eleggere, è stata fatta una revisione della distribuzione dei seggi su base provinciale, secondo il criterio della popolazione: le province con più abitanti eleggono sempre proporzionalmente più deputati, ma con numeri rivisti rispetto al passato. Il calcolo della popolazione considerato valido è quello dell’ultimo censimento.