“Vigilia elettorale in Sicilia segnale di un depotenziamento della mafia? Direi che è un buon segnale. Credo che la mafia in Sicilia negli ultimi venti anni abbia subito dei colpi durissimi, e quindi diciamo che è molto alle corde. Non significa che non esista più e che non sia pericolosa, ma in questo momento è in difficoltà. Appoggio della classe politica? L’esperienza ci insegna che ci sono stati e probabilmente ci sono ancora rapporti tra mafia ed esponenti politici locali e forse pure nazionali. Ma da questo a dire che la mafia influenzi e condizioni la politica in generale ce ne corre. La procura nazionale antimafia e antiterrorismo ha collaborato con la commissione antimafia fornendo i dati dei cosiddetti impresentabili: su 1200 candidati abbiamo enucleato una ventina o poco più di posizioni di interesse, cioè di rinviati a giudizio per i reati più disparati, e che erano nelle liste. La posizione è abbastanza ridotta, e riguarda reati molto diversi tra loro. Probabilmente, quindi, le liste sono state più pulite rispetto al passato”.
Così a Circo Massimo, su Radio Capital, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti. “Regressione dei fenomeni di corruzione? La corruzione è un fenomeno di sistema, nel senso che non è una deviazione dalla regola ma, in molti casi, è la regola. Purtroppo è un fenomeno molto diffuso, e nel nostro paese è più grave perché spesso alla corruzione si associa l’agire mafioso: negli ultimi vent’anni la corruzione è diventata lo strumento privilegiato dalle mafie per entrare nelle pubbliche amministrazioni. La funzione dell’ANAC è amministrativa preventiva: utile ma non decisiva. Ma i questo campo nulla è decisivo, bisogna unire le forze: fra qualche giorno sottoscriverò insieme al dottor Cantone un protocollo d’intesa, per la collaborazione fra procura nazionale antimafia e anticorruzione, per lavorare insieme e fare fronte comune. Tutto è utile e nulla e decisivo, ma se uniamo le forze probabilmente dei progressi si faranno. Ostia? I risultati dell’affluenza dimostrano che si tratta di una realtà devastata dalla presenza mafiosa e quindi bisogna ricostruire un tessuto molto lacerato”.