Non può negare l'audio inequivocabile del rapporto orale. Tenta allora un'altra carta la difesa di Biagio "Gigi" Adile, il noto ginecologo palermitano finito agli arresti domiciliari con l'accusa di aver violentato una sua paziente, che è riuscita a registrare l'abuso subito. E la carta è quella del rapporto consapevole. Almeno il primo dei due rapporti sessuali denunciati dalla vittima, una giovane di 28 anni originaria della Tunisia. La difesa ritiene che proprio l'audio delle registrazioni fa capire che c'era un accordo fra i due, ma la Procura di Palermo ha pochi dubbi: è stata violenza.
Il primario di Uroginecologia dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello è da sei giorni ai domicliari. E' difeso gli avvocati Nino Agnello e Andrea Treppiedi, che preparano il ricorso al tribunale del riesame.
Nel frattempo la storia e il contesto vengono chiariti. La giovane, di origine tunisina, era arrivata in Italia con uno dei tanti viaggi della speranza via mare. Sistemata in una casa famiglia in provincia di Palermo, era andata in ospedale perché aveva un problema congenito, e aveva subito in patria ben tredici interventi, senza risolvere nulla. E' stato lo stesso primario Adile a mettersi a disposizione. Solo che in cambio dei rituali 50 euro per le visite ambulatoriali, Adile ha chiesto alla donna, secondo l'accusa, qualcosa di diverso: prestazioni sessuali. Tra l'altro la cura di Adile alla donna funzionava, e la stessa stava cominciando a risolvere parte dei suoi problemi ginecologici.
Il primo tentativo di violenza fu nello studio privato del ginecologo. La donna si oppose, e il dottore si fermò, dopo qualche "carezza". I due presero appuntamento per una seconda visita. La donna, spaventata, e temendo di non essere creduta in caso di denuncia (lei immigrata, straniera...) decide di attivare il registratore del suo cellulare, e registra tutto. Con questa registrazione, con grande coraggio, accompagnata da un mediatore culturale, va a presentare la denuncia. Gli avvocati di Adile giocano la carta dell'interpretazione della registrazione: secondo loro, in base ad alcune affermazioni ed espressioni verbali dei due, il primo rapporto (tentato) fu voluto da entrambi. Una strada davvero impervia e in salita per la difesa. Anche perché non si capisce perchè la giovane volesse incastrare il primario che 'aveva efficamente curata....
Arrestato per abusi sessuali il primario Biagio Adile, il racconto shock della vittima
„. “Si è abbassato i pantaloni e con forza mi ha preso la nuca e mentre era in erezione mi ha detto: ‘Un poco e basta. Poi mi riprendeva per la testa e me lo…”. Questo il racconto del terrore vissuto dalla tunisina di 28 anni.
Alla fine di quest’ultimo episodio, risalente a circa 8 mesi fa, la donna è fuggita dall’ambulatorio dello specialista dicendo al medico: “Dio vede e provvede”. Dopo l’episodio incriminato la tunisina, residente in Italia da quasi due anni, si è rivolta alla polizia e ha denunciato l’accaduto alla sezione di polizia giudiziaria della polizia presso la Procura dei Minori, che l’hanno ascoltata in presenza di un sostituto procuratore e di una interprete.“Era la settimana prima di capodanno. Ci trovavamo nello studio privato di Adile - ha raccontato la donna agli investigatori - e c’erano tante persone. La segretaria non mi ha visto e quindi ho bussato alla sua porta. Mi ha ricevuta per ultima, quando l’ambulatorio era vuoto”. Poi dichiara agli agenti: “Tornerei da lui per dimostrarvi che lo rifarebbe di nuovo però con una telecamera”.
Dopo il primo episodio in cui il medico “si è comportato male” la donna è tornata con un registratore nascosto nella borsa. “Quello che è successo non lo dimenticherò mai”, ha detto alla polizia alla quale ha consegnato la registrazione. Nella traccia audio registrata si sente il medico che dice di volere essere ringraziato: “Senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato”.
La donna continua a ricostruire quella giornata grazie alla registrazione: “Facciamo questa cosa, un poco e basta”. Poi aggiunge: “Ha fatto il giro della scrivania, si è messo in piedi davanti a me, si è abbassato i jeans e poi…Io dicevo di no, mi veniva da vomitare, allora lui mi lasciava e poi mi riprendeva la testa e me lo rimetteva. E lui: ‘Un altro poco…non c’è nessuno’”.
A quel punto si sente anche il primario mentre geme. Poi prende della carta assorbente e pulisce tutto. La donna gli chiede: “Perché fai così, mamma mia”. Quindi la fuga della donna terrorizzata che ha lasciato nell’ambulatorio la propria cartella clinica.