A Castelvetrano ha vinto Cancelleri con 4463 voti, di poco rispetto a Musumeci che ne ha ottenuti 4000. Al terzo posto Micari con 2069, poi Fava con 488 e La Rosa con 77.
Il primo partito in città è il Movimento 5 stelle, con i suoi 3205 voti. Subito dietro c’è Forza Italia con 3096 voti. E terzo il PD, che ne ha totalizzato 1787.
Parlare di una città “pentastellata” sarebbe però un grosso errore. Il consenso grillino avrebbe certamente numeri molto diversi se si votasse adesso per le amministrative.
In tanti hanno votato Cancelleri perché stanchi della solita politica e delle solite facce, ma senza un’area politica di riferimento. Come dire: proviamo questo e vediamo che succede.
Inoltre, l’elettorato di massa sembra non si sia soffermato troppo sulla questione degli impresentabili. Un po’ per un atavico interesse ai risultati, senza troppa attenzione al tema delle opportunità e alle storie dei singoli protagonisti. Un po’ per le macerie elettorali provocate dal recente scioglimento per mafia del Comune, che alcuni hanno percepito come un’ingiusta delegittimazione politica, con un rinnovato fastidio ai limiti della persecutorietà, nei confronti di chiunque parli di mafia, accusato di considerare mafiosi tutti i castelvetranesi.
In ogni caso, Nello Musumeci sarà il presidente della Regione Siciliana anche a Castelvetrano, dove però (come in tutti gli altri comuni siciliani) il vero vincitore è l’astensionismo che, sebbene aumentato di pochi punti percentuali rispetto alle scorse regionali del 2012, ha comportato l’ulteriore assenza di circa 1400 elettori.
Un astensionismo a fisarmonica che, come spesso accade, è destinato a comprimersi alle amministrative, quando evidentemente la presenza di parenti ed amici in lista, allarga gli orizzonti della consapevolezza civica e della progettualità collettiva.
Poi il voto disgiunto ha fatto la sua parte: in tanti hanno votato il candidato paesano di Forza Italia “che ce la può fare” e Cancelleri come presidente.
Giovanni Lo Sciuto però non ce l’ha fatta.
Nelle regionali del 2012, con l’Mpa, aveva avuto 6119 voti. Oggi, con Forza Italia, ne ha presi 5477. E non sono bastati. Ma non perché la sua città non lo abbia sostenuto: 2175 voti sono arrivati appunto da Castelvetrano e sono anzi una cinquantina in più rispetto a quelli ottenuti nel 2012. Sono gli altri comuni della provincia che invece hanno ridotto il consenso. I numeri del mazarese Toni Scilla e del marsalese Stefano Pellegrino, avversari nel suo stesso partito, hanno fatto il resto decretando alla fine la vittoria di Pellegrino ed il tonfo di Lo Sciuto.
Risultato che non può non influire sugli assetti politici delle prossime amministrative post commissariamento.
Il Pd di Castelvetrano è invece molto soddisfatto per l’elezione di Baldo Gucciardi, assessore uscente alla Salute, con quasi 11 mila consensi. Un Pd che in provincia si è attestato sui 29 mila voti, grazie ad una troika formata da tre big della politica trapanese: Giacomo Tranchida, Paolo Ruggirello e, appunto, Gucciardi.
Sarà però la coalizione di centro destra a guidare la Sicilia. Il governo di Musumeci, in discontinuità con Crocetta, dovrà fare i conti con le aspettative ed i contributi dei partiti della coalizione. Ed in questo senso non possiamo che riferirci al comizio di Castelvetrano organizzato da Elena Ferraro (ne abbiamo parlato qui) e alle parole di Musumeci in quell’occasione: “Anche se zizzania e spighe crescono assieme, la sorte della zizzania è già decisa. La zizzania diventerà falò e le buone spighe diventeranno pane per le nostre mense”.
Certo, in questo caso però, senza la zizzania le buone spighe avrebbero avuto poche possibilità di crescere.
Oltre a Lo Sciuto, i castelvetranesi in corsa per le regionali erano tre.
Ina Venezia per Micari, con Sicilia Futura-Psi, ha avuto 137 voti (di cui 83 a Castelvetrano).
Lucia Titone per Fava, con Cento Passi per la Sicilia, 317 voti (di cui 212 a Castelvetrano).
Giuseppina Corso per Musumeci, con Diventerà Bellissima, 4 voti (di cui 1 a Castelvetrano).
Egidio Morici