Una simulazione: con i voti che ha preso domenica, alle prossime elezioni politiche, applicando la nuova legge elettorale, il "Rosatellum", il centrodestra vincerà in Sicilia dappertutto. Una versione aggiornata del famoso 6 1 a 0 del 2001.
Le elezioni delle prossima primavera come quelle del 2001, quando la coalizione guidata da Silvio Berlusconi portò a casa tutti i collegi uninominali dell’isola, nel famoso 61-0? In base a una simulazione dell’Istituto Cattaneo, se gli elettori votassero alle politiche come hanno fatto alle regionali, il centrodestra porterebbe a casa quasi tutti i collegi (dove è eletto il candidato che ottiene anche solo un voto in più): potrebbe finire 19 a 1, con il Movimento 5 Stelle che riesce a vincere solo a Siracusa.
Questo accadrebbe «se gli stessi elettori siciliani che si sono recati ai seggi domenica scorsa per le elezioni regionali congelassero le loro preferenze e votassero allo stesso modo anche in occasione delle prossime politiche». Un «se» che necessita delle dovute cautele, come sottolinea lo stesso Cattaneo: da qui alle politiche potrebbero cambiare gli orientamenti di voto, le coalizioni e i programmi; varierà l’elettorato; un sistema elettorale diverso innescherà strategie diverse di scelta o «voto utile»; gli stessi collegi potrebbero essere ridisegnati.
Ma, fatte le dovute premesse, il risultato prevede una schiacciante vittoria del centrodestra, che otterrebbe 19 dei 20 collegi se il centrosinistra si presentasse diviso. Se invece il Pd riuscisse a stringere un’intesa con i partiti alla sua sinistra, il risultato subirebbe una variazione lieve: il centrosinistra riuscirebbe a conquistare il collegio di Sciacca e se la potrebbe giocare (anche se al momento è sotto) a Trapani, Enna e Palermo.
Lo studio si basa sui voti di lista: il candidato del Movimento, Giancarlo Cancelleri, ha ottenuto circa 200 mila voti della lista 5 Stelle e i grillini potrebbero essere quindi più competitivi. Ma il vantaggio netto del centrodestra rimane. «In una situazione tripolare, bastano infatti poche variazioni di voto tra i partiti o lo spostamento di una forza politica da uno schieramento all’altro per determinare l’esito di un’elezione in un collegio uninominale — si legge nello studio firmato da Marco Valbruzzi e Michelangelo Gentilini —. Molto dipenderà dalla campagna elettorale, dalle tematiche che verranno proposte, dalle qualità/abilità dei candidati e anche dalla maggiore o minore mobilitazione degli elettori a favore di uno o più schieramenti. In parte, però, l’esito nei collegi uninominali dipenderà anche dalle capacità aggregative dei leader nazionali e dalla loro volontà di creare coalizioni in grado di essere potenzialmente competitive su tutto il territorio 4 italiano. Ed è questo forse il più grosso “se” che potrebbe condizionare nella prossima primavera il risultato elettorale nei collegi uninominali». I collegi del Rosatellum — che prevede che 232 deputati siano eletti in collegi uninominali, gli altri con metodo proporzionale — devono essere ancora disegnati. Lo studio ha ricalcato quelli utilizzati al Senato per l’elezione del 2001.