Sono state depositate a Trapani le motivazioni della sentenza del processo per la morte di Uwadia Bose, che lo scorso 16 maggio ha visto la Corte d'Assise assolvere Alessandro Bulgarella, il lavapiatti accusato dell'omicidio della prostituta, il cui cadavere venne rinvenuto al cimitero di Custonaci la vigilia di Natale del 2013. Uwadia Bose, parrucchiera a Palermo di giorno, la sera si prostituiva a Trapani. Bulgarella era stato arrestato dopo circa un anno dall'omicidio e poi posto agli arresti domiciliari da marzo del 2016. Per i giudici che hanno assolto Bulgarella "la tesi accusatoria è in realtà priva di qualsiasi valenza indiziante».
L'accusa con il pm Belvisi aveva chiesto la condanna di Bulgarella a complessivi 25 anni di reclusione. La difesa dell’imputato, l'avvocato Nino Sugamele, ha puntato tutto su indagini «superficiali ed incomplete». Uno dei motivi di queste carenze, secondo la difesa è quello della mancata acquisizione dei filmati delle telecamere di sorveglianza collocate lungo il percorso della Litoranea Nord di Trapani. «Devono essere disattese le ricostruzioni, investigativa e accusatoria, della dinamica dell’omicidio e dell’abbandono del cadavere di Uwadia Bose», cosi si legge nella motivazione.