Il sostituto Pierangelo Padova, incaricato di sostenere l'accusa dinanzi al Tribunale delle Misure di Prevenzione di Trapani, presieduto dal giudice Notari, ha richiesto l'applicazione di cinque anni di obbligo di soggiorno per il parlamentare azzurro Tonino D'Alì. Il senatore D'Alì, è "socialmente pericoloso" per i pm della Dda palermitana che notificarono l'atto d'accusa il giorno dopo la sua ufficializzazione alla candidatura a sindaco di Trapani.
Una tempistica che fece assai discutere, a maggior ragione perché seguita dell'arresto del suo principale competitor Mimmo Fazio, coinvolto nell'operazione Mare Mostrum. Fatti che fecero balzare la città agli onori delle cronache nazionali in quella settimane per una campagna elettorale fra le più surreali che la storia nostrana ricordi. Durante il processo, Padova ha ripercorso tanti passaggi dei principali processi per mafia del nostro territorio, così come quello che ha visto imputato il parlamentare per concorso esterno; un procedimento che ha visto assolvere D'Alì per i reati a lui ascritti dopo il 94, mentre riceveva la prescrizione per i fatti antecedenti sia in primo che in secondo grado. Ora toccherà alla Cassazione, a fine gennaio, pronuncirasi sull'eventuale esito finale del processo.
Subito dopo l'udienza trapanese del 25 gennaio davanti al Tribunale delle Misure di Prevenzione quando parlerà in aula la difesa del senatore affidata all'avvocato Arianna Rallo del foro di Marsala. In questi mesi, la Procura Antimafia ha ripercorso tanti presunti rapporti criminali del politico forzista con la famiglia Messina Denaro, cosi come con i Graviano di Palermo ed imprenditori in odor di mafia come Tommaso Coppola di Valderice.
Tutte contestazioni che saranno rimandate al mittente dalla difesa dell'ex sottosegretario agli Interni che punta all'assoluzione anche in questo processo parallelo a quello in sede penale dopo la richiesta d'obbligo di soggiorno per 5 anni avanzata dalla Procura. La decisione sull'eventuale accoglimento o rifetto della richiesta della Dda da parte dei magistrati dopo una Camera di consiglio che comunque potrebbe arrivare non prima della prossima primavera.