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27/11/2017 06:00:00

Gli scarichi nell'area protetta a Campobello. Comune in imbarazzo, Carabinieri in campo

 Non è bastata la prima denuncia penale per fermare lo scempio ambientale. Ci riferiamo alla recente inchiesta di Tp24.it, dedicata al tema dello smaltimento illecito delle acque di vegetazione, derivanti dalla lavorazione delle olive. Azione operata in spregio a qualsiasi norma di tutela ambientale e, come se non bastasse, pure in una zona Sic (Sito di Interesse Comunitario) del territorio campobellese.

PRIMI DI OTTOBRE E PRIMA DENUNCIA – Il primo provvedimento, contro questi ‘signori’ degli sversamenti illeciti, risale all’undici ottobre scorso. Lo ha reso noto, subito dopo la nostra inchiesta in tre parti, il Comune di Campobello di Mazara, con una nota stampa della portavoce del sindaco. “In riferimento ai recenti articoli – si legge nel comunicato – a firma del giornalista Alessandro Accardo Palumbo pubblicati sulla testata Tp24, il comandante della Polizia municipale di Campobello, Giuliano Panierino, precisa quanto segue: «Lo scorso 11 ottobre, durante un’ordinaria attività di controllo del territorio, la Polizia municipale di Campobello ha accertato la presenza in contrada Campana Misiddi di un mezzo che, per conto di un opificio di Mazara del Vallo, stava effettuando lo sversamento di acque di vegetazione provenienti dalla molitura delle olive in maniera illegale, in spregio alle norme ambientali in materia dell’uso agronomico delle acque di vegetazione, poiché l’autobotte era priva di barre idonee a evitare fenomeni di ruscellamento e lagunaggio, non assicurando di fatto una corretta e uniforme distribuzione delle acque. Infatti, sul terreno, era evidente la presenza di grossi ristagni delle acque di vegetazione. Pertanto, l’autista del mezzo (che risulta essere lo stesso di quello segnalato nell’articolo di TP24) e il titolare dell’opificio mazarese sono stati già identificati e denunciati penalmente da questo Comando di polizia municipale. Il sito continuerà comunque a essere monitorato e, nel caso in cui dovessero essere verificati ulteriori sversamenti illeciti, saranno adottati gli atti consequenziali».

PREDATORI DELL’AMBIENTE SENZA SCRUPOLI – Tutto risolto, si direbbe. Hanno identificato il mezzo ed il conducente: amen. Niente di tutto questo. Il predatore – cui abbiamo fatto riferimento pubblicando anche la foto che ritraeva chiaramente la targa del rimorchio – se n’è altamente fregato della denuncia subita. L’immagine, infatti, è stata realizzata nei primi giorni di novembre: ben 20 giorni dopo la denuncia effettuata dalla Polizia municipale di Campobello di Mazara. Pare che a questi ‘imprenditori’ (si fa per dire) non freghi assolutamente nulla né della legge, né dell’ambiente. Alla fine della nota stampa del Comune si fa cenno al ‘monitoraggio continuato’ e ad eventuali ‘atti consequenziali’: la prima azione non è stata sufficiente ad impedire il ritorno del ‘denunciato penalmente’; in relazione alla seconda aspettiamo gli esiti giudiziari e, come sempre, vi terremo aggiornati.

 

I CARABINIERI DEL N.O.E. DI PALERMO (NUCLEO OPERATIVO ECOLOGICO) – Occhi puntati sullo scempio ambientale anche da parte dei Carabinieri del Noe di Palermo. Nei giorni scorsi, infatti, siamo stati contattati telefonicamente dai militari dell’Arma, specializzati nel contrasto dei reati contro il patrimonio ambientale italiano. Il Noe ha dimostrato interesse per tutta la vicenda, raccontata nella nostra inchiesta, chiedendo ulteriori delucidazioni e dopo avere fatto i loro ulteriori accertamenti sui possibili autori del reato. Il Noe ha diversi sedi, dislocate su tutto il territorio nazionale: in Sicilia hanno uffici a Palermo e Catania. Tra i compiti di questo reparto – composto da personale specializzato in legislazione e cultura dell’ambiente – ci sono quelli di assolvere funzioni di polizia giudiziaria in materia ambientale. I settori di intervento sono quelli: dell’inquinamento del suolo, idrico, atmosferico ed acustico; della salvaguardia del patrimonio naturale; dell’impiego di sostanze pericolose ed attività a rischio di incidente rilevante; dei materiali strategici radioattivi ed altre sorgenti radioattive; della protezione dalla esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici; relativi a situazioni di allarme per la diffusione incontrollata di organismi geneticamente modificati (OGM). Il Noe, inoltre, sostiene le numerose richieste d'intervento che provengono prevalentemente dal ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'autorità giudiziaria, dai comandi dell'Arma dei Carabinieri e dai cittadini singoli od associati.

 

Alessandro Accardo Palumbo

https://www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo

Twitter: @AleAccardoP