A Gibellina la sera del 27 Novembre 1920, a soli 44 anni, venne barbaramente ucciso, per mano mafiosa, don Stefano Caronia, "l'arciprete sociale" e strenuo ed incisivo difensore dei contadini. Il ricordo di Don Stefano Caronia nelle parole di don Francesco Fiorino. Nella lapide della sua tomba vi fu scritto:
"Si distinse per studio e disciplina nel Seminario di Mazara. Fu sacerdote il 23 Maggio 1900 e zelò con amore la Chiesa di S. Nicolò. Campione fervente dell'Azione Cattolica portò la democrazia ai poteri e Partanna alla testa del movimento. Eletto Arciprete di Gibellina il 6 Luglio 1914 fu accolto da tutti qual messo da Dio. Pastore colto e zelante tenne alta la fede nel popolo la dignità nel clero. Apostolo instancabile organizzò una florida sezione del Partito Popolare Italiano".
Tutta l'attività di don Caronia fu legata all'insegnamento di Leone XIII e all'azione di Don Sturzo. Don Caronia aveva alzato la voce a favore dei contadini fino a chiedere che le terre della Chiesa fossero strappate dalle mani dei gabelloti mafiosi. Una testimonianza davvero forte e coraggiosa che non deve essere dimenticata, ma anzi deve essere conosciuta e riproposta. Di questi preti che in un contesto difficilissimo hanno rappresentato una resistenza alla mafia non è rimasta memoria forse perché il loro ricordo richiama un impegno di credibilità forte a cui non possiamo sottrarci. La lotta alla mafia, alla sua perversa ed invasiva mentalità deve continuare ed essere più decisa, con una forte dimensione educativa. Don Stefano, un martire della fede operosa e coraggiosa, ci sia da sprone e da esempio.