Avrebbe ingannato i clienti di Banca Intesa San Paolo per cui lavorava traendone profitti personali, per questo è stato rinviato a giudizio per truffa aggravata e continuata il 61enne trapanese Vito Catania, ex dipendente delle filiali di Mazara del Vallo e Erice Trentapiedi.
Il raggiro di Catania ha avuto inizio a partire dal 2009, quando lavorava in corso Vittorio Veneto a Mazara del Vallo fino al maggio del 2014 quando è stato trasferito presso la filiale di Erice Trentapiedi. A maggio del 2014 era stato denunciato dalla 69enne mazarese Lucia Cammarata.
Catania proponeva false forme d'investimento, che faceva credere più sicure e più redditizie, facendo sottoscrivere alla signora Cammarata cinque certificati nominativi della società Agricoleasing Spa di Alcamo per un totale di 500 quote per un valore di 250.000 euro, investimento fallimentare, per il quale ha incassato 91.700 euro.
Tutto il patrimonio che la Cammarata aveva investito per diversi anni in un deposito titoli amministrato è stato sottratto presentandole regolarmente dei falsi prospetti e una falsa situazione contabile e patrimoniale, nonché effettuando allo sportello 346 prelievi di denaro in contante ad insaputa della pensionata. Prelievi mensili che si aggiravano dai 35ai 40mila euro e mediante contraffazione della firma della stessa per un totale complessivo di 1.095.510 euro. Dal 2009 al 2014 Catania avrebbe accumulato un profitto pari ad almeno 1.345.510 euro con l’aggravante di aver commesso il fatto con l’abuso di prestazione d’opera e profittando dell’età della stessa signora.
Oltre alla signora Cammarata, Vito Catania avrebbe raggirato altre cinque persone fra le quali il mazarese Tommaso Sciacca, cliente della filale mazarese. Le altre persone che avrebbero subito il raggiro di Catania erano clienti della filiale di Erice dove ha lavorato da gennaio a maggio del 2014 fino a quando dopo la denuncia della signora Cammarata si era interrotto il rapporto lavorativo. Banca Intesa poi, denunciò Catania a dicembre dello stesso anno.
Anche i clienti della filiale di Erice sono stati raggirati con nuove forme d'investimento arrivando a fare per loro operazioni bancarie che gli hanno fruttato circa 25mila euro. In questo caso ad accorgersene delle anomalie è stata la direzione della filiale ericina. La prima udienza del processo è stata fissata per il 25 gennaio e vede assieme alle sei parti offese anche la banca.