Nel corso di un “incidente probatorio” svoltosi davanti al gip Annalisa Amato, la 33enne mazarese D.M.G., che lo scorso 9 novembre è stata liberata dalla polizia dalla “prigione” in cui sarebbe stata segregata, ha confermato le accuse contro i suoi presunti aguzzini: tre fratelli romeni, uno dei quali suo ex convivente.
L’abitazione in cui sarebbe stata segregata la donna era la sua, dove era andato a vivere il suo compagno, che poi invitò anche i suoi due fratelli a condividere lo stesso appartamento. Un mese fa, però, i tre romeni (Florin George, Stefan Daniel e Mihai Catalin Mihaescu, rispettivamente di 24, 22 e 20 anni) furono arrestati dalla polizia per sequestro di persona e maltrattamenti di familiari e conviventi in concorso.
Il compagno di D.M.G. era il più piccolo dei tre fratelli, che difesi dall’avvocato Vito Perricone, nel frattempo, sono usciti dal carcere. Lo scorso 9 novembre, la donna reclusa in casa trovò un cellulare e riuscì ad avvertire suo fratello, che si recò subito dalla polizia. Al momento dell’irruzione nell’appartamento-prigione, la polizia trovò la vittima e due dei tre romeni. L’unico assente, in quel momento, era Mihai Catalin Mihaescu, che a D.M.G. non avrebbe permesso di uscire da casa, l’avrebbe picchiata e inoltre sottratto le chiavi dell'abitazione e la carta bancomat. Inoltre, aveva sottratto alla vittima la carta poste pay dalla quale avrebbe prelevato parte della pensione di invalidità.
Legale di D.M.G. è Giuseppe Incandela, subentrato all’avvocato Marilena Messina, che avendo raccolto le confidenze della donna riveste, adesso, la qualità di testimone.