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14/12/2017 15:19:00

Il notaio di Menfi che ha truffato duemila clienti e ha rubato 1,8 milioni di euro

 Un notaio a Menfi ha truffato duemila clienti, e si è anche rubato 1,8 milioni di euro. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza. 

La Guardia di Finanza di Sciacca, su ordine del gip, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di conti correnti bancari e fondi di risparmio intestati a un notaio del distretto di Agrigento-Sciacca. Secondo l’accusa il notaio avrebbe truffato duemila clienti, dal 2012 al 2017, emettendo fatture con due voci: la prima inerente l’onorario professionale (sempre di basso importo) soggetta a tassazione, la seconda (esclusa dalla base imponibile) relativa agli importi, trattenuti a nome e per conto del cliente, delle imposte da versare all’Erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti.

Dagli accertamenti è emerso che la somma che il notaio si faceva consegnare dai clienti «per gli asseriti adempimenti fiscali era notevolmente superiore alle imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco». Pertanto - dice la Gdf - quello che all’apparenza sembrava un normale documento fiscale nascondeva, in realtà, un vero e proprio artifizio che permetteva, al professionista, di trattenere per sé la parte della somma versata dal cliente ma in realtà non dovuta. Il professionista, sottoposto a una verifica fiscale che, per il solo anno d’imposta 2012, avrebbe sottratto oltre 407.000 euro di base imponibile a tassazione e avrebbe evaso 290 mila euro di imposta. Per questo il notaio ha già corrisposto all’erario 304 mila euro. Il notaio indagato per truffa è Filippo Palermo di Menfi.

Il sistema attuato dal professionista - dice la Gdf - era di difficile individuazione per i clienti in quanto le somme dovute all’Erario venivano versate dal notaio e la consegna al professionista degli importi indicati in fattura quali obblighi fiscali avvenivano nell’assoluta convinzione e fiducia che queste fossero quelle corrette. Il notaio è indagato per truffa. La Finanza fa l’esempio del caso del sig. Rossi (nome di fantasia) che nel 2012 acquistava la sua prima casa per 112.000 euro, con l’accensione di un mutuo ipotecario. Rossi oltre a versare le imposte dovute e coprire i costi dell’onorario (2.162 euro) consegnava al notaio anche 4.870 euro che gli venivano indicati come necessari per versare le imposte (gonfiate) all’Erario ma che, in realtà, venivano incassati dal professionista. È emerso che dal 2012 al 2017 l’indagato ha percepito illecitamente 1,8 milioni di euro.