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15/12/2017 06:00:00

Gli animali d’oro di Campobello di Mazara. Migliaia di euro per cure dal Comune

A Campobello di Mazara, quella del gatto randagio curato dal Comune con 2000 euro, è soltanto la punta di un iceberg.

Gli interventi, tra il 2016 ed il 2017, sono in realtà più di una decina. Tutti ad opera della stessa clinica: il Centro Medico Veterinario San Vito di Mazara del Vallo. E tutti autorizzati dal comandante della polizia municipale Giuliano Panierino, senza alcuna convenzione. Anche perché la convenzione non è obbligatoria. E non è affatto vero che gli interventi di questo tipo sarebbero a cura dell’Asp, per la semplice ragione che a Campobello non c’è un canile. La legge in questi casi prevede che il soccorso sia a carico del Comune, che di volta in volta decide a quale ambulatorio disponibile fare riferimento.

Quel giorno, era il 30 dicembre del 2016, oltre all’intervento sul “gatto d’oro” da 2120 euro per il “ricovero ed assistenza sanitaria” ci fu un altro intervento su due cani feriti del costo di 1815 euro.

Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. I cani soccorsi sarebbero tanti.

Si va da semplici accertamenti clinici da 130 euro a vari ricoveri e assistenze sanitarie. Il 2016 era cominciato con 960 euro per un cane randagio ferito, seguito da altri casi da 525 euro e 395 euro.

Il 2017 era stato invece inaugurato sobriamente, spendendo “solo” 590 euro per due cani feriti. Anche se, tra aprile e marzo, il comune ha speso quasi 3000 euro per 5 interventi, di cui 1635 euro per il ricovero e l’assistenza di un solo randagio ferito.

Ma non ci sono soltanto le spese per le cure dei cani feriti. Ci sono anche le vaccinazioni. Queste sono state spesso affidate al dottor Melchiorre Corseri di Castelvetrano. Anche in questo caso, legittimamente, senza convenzione. Nei documenti del comune ci sono infatti varie fatture relative a cuccioli da vaccinare, ricoverati presso locali comunali.

Peccato però che non esistano locali comunali di Campobello atti al ricovero dei cuccioli. Ci si chiede quindi dove vengano tenuti questi animali e da chi.

E ci si chiede soprattutto chi effettua il servizio di trasporto dei cani feriti fino all’ambulatorio di Mazara? Con quali mezzi? Con quali competenze? E dopo le cure, dove finiscono? Chi si occupa della microchippatura, del post operatorio, delle eventuali re immissioni sul territorio o delle adozioni?

 

La lotta al randagismo da quelle parti, sembra essere stata più travagliata che altrove.

Il Comune di Campobello, quasi un anno fa, aveva affidato il servizio antirandagismo alla Laica di Liliana Signorello (ne avevamo parlato qui): cattura, trasporto, custodia, mantenimento e sterilizzazione di 43 cagne randagie, per 9.500 euro. Anche il movimento di opposizione politica locale “Io Amo Campobello” aveva fatto le ovvie considerazioni di opportunità: “Ci appare alquanto inopportuno affidare il servizio ad un’associazione che, a seguito di un provvedimento della procura della Repubblica, il suo presidente nella qualità, risulta imputata (a giudizio in un processo tuttora in corso per maltrattamento di animali, ndr) – aveva scritto in una nota del marzo scorso, il coordinatore Mario GiorgiRiteniamo che non basti la disponibilità di alcuni volontari dell’Associazione Laica, per poterle affidare il servizio, ma si rende indispensabile l’imperativo di una obbligazione morale e di una opportunità etica, a cui in un ente pubblico non può sfuggire”.

 

E formalmente, l’ente pubblico non è sfuggito. Il 2 ottobre scorso (meglio tardi che mai) il comandante della polizia municipale, Giuliano Panierino, ha infatti annullato la propria determina dirigenziale del 28 dicembre 2016 che affidava il servizio alla Signorello, ma senza rifare un bando o una nuova assegnazione.

Certo, c’è da dubitare che questa scelta sia stata dettata dalla tardiva consapevolezza del comandante sul fatto che di randagismo potesse occuparsi proprio una persona a giudizio per il reato di maltrattamento di animali. Ricordiamo bene infatti la sua difesa a spada tratta nei confronti della presidente della Laica e della sua associazione, “che a qualsiasi ora del giorno e della notte sono stati sempre pronti ad intervenire per salvare gli animali in difficoltà”.

Ecco perché è probabile che, anche senza alcuna convenzione, la signora Signorello continui ad essere una sorta di istituzione a Campobello di Mazara, lottando il randagismo attraverso i cani mandati soprattutto in Svizzera, da adottanti che pagano 500/600 euro ad animale. Ma per carità, è il rimborso spese comprensivo anche di eventuali interventi e vaccinazioni. L’importante non fare confusione con i cani vaccinati e curati a spese del Comune.

Curioso poi, il fatto che l’adozione del cane sterilizzato comportasse per l’adottante svizzero l’aggiunta di 100 euro. Al di là della scelta di sterilizzare nelle condizioni che abbiamo già documentato, qualsiasi associazione animalista non avrebbe difficoltà a mettere in adozione cani già sterilizzati nei canili. O al massimo, nel caso di una città sprovvista di canile, fare in modo che il randagio venga sterilizzato sempre gratuitamente alla Cittadella della Salute di Trapani (Asp).

 

Intanto, l’opposizione politica locale è molto critica sui costi elevati degli interventi veterinari.

“Capisco che il bando pubblico non sia obbligatorio, ma in tempi di crisi sarebbe stata forse una scelta di buon senso – ha commentato Mario Giorgi del movimento Io Amo Campobello - Non vorremmo essere equivocati: noi siamo assolutamente a favore dei diritti degli animali, ma crediamo non siano accettabili interventi e ricoveri così costosi proprio in questo periodo economico così buio”.

Dal canto suo il Comune ha replicato con una nota a firma dell’assessore alla Polizia Municipale, Natale Indelicato, in cui si precisa che loro sono obbligati ad intervenire dal momento in cui ricevono “una segnalazione relativa a un randagio in cattive condizioni di salute”. E dato che “l’ASP assicura solo alcuni tipi di intervento, tra i quali non sono compresi l’assistenza, la terapia e il mantenimento, in quanto non ha strutture apposite, è stato necessario rivolgersi tempestivamente a una clinica veterinaria che consentisse il ricovero per più giorni e l’unica struttura autorizzata nelle immediate vicinanze è la San Vito di Mazara del Vallo, dove il gatto è stato ricoverato in clinica per 98 giorni”.

 

Cosa non vera, visto che a Castelvetrano (che dista 5 chilometri da Campobello) ci sono almeno due strutture autorizzate al ricovero degli animali.

Ma il punto più interessante non sta nel costo delle cure dei randagi, che da un lato possono apparire elevate o essere oggetto di critiche politiche d’opposizione.

Perché lo capisce anche un bambino che se si parla di animali a Campobello di Mazara, non si può prescindere dall’associazione Laica. Non importa se la sua presidente Signorello è a processo per maltrattamento, l’importante è che sia disponibile.

 

 

Egidio Morici