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20/12/2017 00:00:00

Palermo, condanna per tre anni al manager Giacchetto. Prescrizione per tutti i politici

La seconda sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a 3 anni, nella seconda tranche dei processi legati all'ente di formazione della Regione Sicilia, il Ciapi, il manager della comunicazione Faustino Giacchetto (difeso da Giovanni Di Benedetto). L'imprenditore aveva avuto una condanna a 8 anni nel processo "Ciapi 1" e ora è stato riconosciuto colpevole di violazioni fiscali e di false fatturazioni. Condannati anche Ornella Graziano (un anno e 10 mesi) e Giancarlo Ferrara (un anno e sei mesi) entrambi con pena sospesa.

Prosciolti per prescrizione i politici accusati a vario titolo di corruzione e di violazione delle regole sul finanziamento pubblico dei partiti: Santi Formica, Francesco Scoma (avvocato Di Peri), Salvino Caputo (avvocato Bonsignore), Nino Dina. Il giudice ha stabilito il non doversi procedere per sopravvenuta prescrizione anche per Francesco Riggio, Sandro Compagno e Carmelo Bellissimo, Calogero Buongiorno, Armando Caggegi, Vicenzo Li Mandri, Maurizio Pipitone, Antonina Di Salvo, Alfredo Flaccomio.

Il collegio presieduto da Bruno Fasciana ha anche assolto in maniera completa tre dei 20 imputati: Gerlando Inzerillo e Salvo Alotta (ex consiglieri comunali di Palermo) e Salvatore Sanfilippo, ex sindaco di Santa Flavia (Palermo) e Massimiliano Sala (difeso dagli avvocati Antonino Palazzotto e Mimmo La Blasca). Assolte infine, così come aveva chiesto lo stesso pm Pierangelo Padova, perché il fatto non sussiste le società Media Consulting srl, Media Center and Management srl, Effemmerre Group 007 srl, Cofarg srl, e Adilat sas.Il processo ruotava attorno alla maxitruffa dell'ente di formazione di proprietà della Regione, attorno al quale sarebbe stato realizzato un giro di false fatturazioni per servizi inesistenti o mai resi, per ricavare benefici economici.

Un sistema già emerso nella prima tranche del dibattimento (quella in cui Giacchetto era stato condannato a 8 anni e un mese, nel 2016), centrato però più sulla corruzione e sui piani di comunicazione "pilotati" a favore delle aziende del gruppo di Faustino Giacchetto. In entrambi i casi il "sistema" si sarebbe retto sulla compiacenza dei politici, che nonostante le numerose irregolarità emerse non avrebbero mai fatto mancare il sostegno economico all'ente.