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10/01/2018 08:24:00

Disoccupato di Castelvetrano prosciolto dall'accusa di stalking

“Non luogo a procedere” per un disoccupato castelvetranese di 43 anni (A.F.) per il quale la Procura, dopo la denuncia dell’ex moglie (G.C., 36 anni, di Campobello di Mazara), aveva chiesto il rinvio a giudizio.

A prosciogliere l’uomo, difeso dall’avvocato marsalese Ornella Maria Cialona (nella foto), è stato il giudice delle udienze preliminari Annalisa Amato. I fatti contestati (le indagini sono state svolte dai carabinieri dopo la denuncia di G.C.) erano relativi ai primi mesi del 2017, quando, secondo l’accusa, A.F. si sarebbe reso autore di “condotte reiterate a carattere molesto” consistite nel “frequente” invio di Sms di minacce all’ex moglie, che sarebbe stata anche aggredita e ingiuriata davanti ad altre persone.

Minacce, inoltre, sarebbero state rivolte anche al nuovo compagno della donna (A.I.), al quale sarebbe stato detto: “Prima o poi, te la farò pagare”. Sarebbero seguiti altri comportamenti minacciosi. Ma davanti al gup, l’avvocato difensore Ornella Cialona è riuscita a dimostrare che A.F. non ha commesso reato di atti persecutori. “Ho dimostrato – spiega il difensore – l’assenza del requisito dell’abitualità delle condotte. Giurisprudenza costante ribadisce la sussistenza del reato se si verificano almeno dieci episodi in quattro settimane. E qui gli episodi erano solo due. Tra gli atti d’indagine, poi, non vi sono certificati medici che attestino il perdurante e grave stato di ansia e di paura ingenerato nella vittima, né vi sono state alterazioni alle sue abitudini di vita, così come richiesto dalla norma. Neppure i testimoni sentiti dai carabinieri hanno parlato di condotte moleste da parte del mio assistito. Per questo, ho chiesto il non luogo a procedere ed ero certa del trionfo processuale. Il fascicolo dell’indagine, sul piano probatorio, era assolutamente carente. Quando mi ritrovo a dover difendere persone innocenti, come il mio assistito, sfodero qualsiasi arma atta a dimostrare l’estraneità ai fatti e la non colpevolezza”.