Il primo dei tre consulenti nominati dalla difesa, Luigi Simonetto, è stato ascoltato in Corte d’assise d’appello, a Palermo, nel processo di secondo grado ai cugini marsalesi Pietro e Domenico Centonze, di 48 e 42 anni, condannati in primo grado a 20 anni di carcere per il duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, di fronte l’ex distilleria Concasio.
Le due vittime, i cui corpi caddero a terra in uno spiazzo trasformato in discarica abusiva, viaggiavano su un ciclomotore. A condannare i cugini Centonze, il 16 settembre 2016, è stato il gup di Marsala Francesco Parrinello.
Davanti la Corte d’assise d’appello, Simonetto ha sostanzialmente affermato: “Dalla zona dei divanetti del ‘Las Vegas’ non si vede chi entra e chi esce dal locale. E il furgoncino dei Centonze ha una caratteristica che probabilmente lo rende unico dalle nostre parti”.
Con questa consulenza, la difesa punta a mettere in dubbio la testimonianza della ballerina romena ascoltata, a suo tempo, dagli inquirenti (secondo l’accusa, i due imputati avrebbero litigato con le vittime all’ingresso del Las Vegas). Le caratteristiche, invece, del furgoncino dei Centonze, che sul tetto del mezzo aveva installato che catarifrangenti che sui mezzi dello stesso tipo la Fiat non installa, dovrebbero avere un peso sulle video-intercettazioni della notte dell’omicidio. Gli altri due consulenti della difesa sono l’ex generale del Ris dei carabinieri di Parma Luciano Garofano e Pietro Indorato, esperto in traffico telefonico. Saranno ascoltati il 25 gennaio. A chiedere e ottenere la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, riaprendo di fatto il caso, è stato l’avvocato difensore Luigi Pipitone, secondo il quale dagli atti di un altro procedimento (operazione antimafia “Visir”) emergerebbe, grazie alle intercettazioni effettuate dal Ros dei carabinieri e a videoriprese, che i Centonze (cugini del boss mafioso ergastolano Natale Bonafede) la notte in cui fu consumato il duplice omicidio non erano nella zona del delitto. Le videoriprese e intercettazioni, sostiene infatti il legale, sono idonee “ad inficiare la ricostruzione accusatoria recepita nella sentenza di primo grado”, in quanto “evidenziano l’esistenza di emergenze fattuali di straordinaria valenza dimostrativa a discolpa degli imputati”. Del collegio difensivo fanno parte anche gli avvocati Diego Tranchida, Raffaele Bonsignore e il fiorentino Luca Cianferoni. Ques’ultimo noto soprattutto per essere stato il legale del defunto ex capo di “Cosa Nostra” Totò Riina e dei suoi familiari.