Era un vizio consolidato. Quello di utilizzare l’auto aziendale per fini privati, di ottenere indennità e rimborsi chilometrici non spettanti. Così in appello la Corte dei Conti ha rincarato la pena per Antonino Emmola, ex commissario straordinario del Consorzio Bonifica Trapani 1.
Emmola in primo grado era stato condannato a risarcire poco più di 7 mila euro, di cui 3 mila di danno d’immagine all’Ente. La procura generale della Corte dei Conti ha però impugnato la sentenza e chiesto una revisione. E così è successo. La sezione d’Appello ha aumentato la condanna di circa 11 mila euro.
Emmola è stato condannato a risarcire un danno erariale di 15.488 euro più 3.000 euro di danno d’immagine: totale 18.488 euro. L’ex commissario del Consorzio Bonifica “ha consapevolmente posto in essere condotte contrarie all’espresso disposto di legge, al solo scopo di ottenere rimborsi e indennità non dovute”, si legge nella sentenza.
Emmola, ad esempio, ha presentato all’ufficio economato tabelle di indennità mensili indicando il percorso Palermo - Trapani, Trapani - Palermo, Palermo - Mazara Del Vallo, Mazara del Vallo - Palermo come interamente effettuato con la propria autovettura, mentre, invece, lasciava la stessa allo svincolo di Castellamare del Golfo, facendosi raggiungere dall’autista con una BMW dell’Ente.
Nel 2005 e nel primo semestre 2006, Emmola ha utilizzato la vettura aziendale, al posto della sua auto, per il tratto tra Castellamare del Golfo e Trapani, per una indennità indebitamente percepita in € 11.071,00. Questa ultima cifra è stata aggiunta alla precedente condanna in primo grado.
L'inchiesta avviata dalla Procura di Trapani nell'aprile del 2006 si basava sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza che appurò un uso improprio delle auto aziendali, ma anche rimborsi di somme percepite illecitamente. Emmola che era finito sotto inchiesta e poi rinviato a giudizio per peculato e truffa con altri tre dipendenti del Consorzio - Giuseppe Quinci, Vincenzo Bono e Roberto Russo -, nel 2012 aveva patteggiato la pena, poi divenuta irrevocabile il 23 luglio dello stesso anno.
Tutto parte da un esposto del 2006 fatto alla Procura di Trapani. La polizia giudiziaria ha indagato sui percorsi che faceva Emmola con l'auto aziendale. In un primo momento ha redatto una stima chilometrica. Poi ha esaminato i tabulati telefonici dell'ex numero uno del Consorzio Bonifica, del suo autista e dell'utenza dell'autovettura di rappresentanza. “Sulla base della localizzazione delle celle alle quali tali utenze risultavano agganciate, ricostruivano i movimenti dell’Emmola, del Gancitano e dell’autovettura aziendale, in modo da poter stabilire, per il periodo in cui erano disponibili i tabulati telefonici il percorso effettivamente seguito dall’Emmola e l’autovettura utilizzata” si legge nella sentenza.
Il processo in sede penale è stato la base su cui è stata poi imbastita la procedura alla Corte dei Conti, che nei giorni scorsi ha sentenziato un salasso per l’ex commissario del Consorzio bonifica, uno di quegli enti ritenuti da sempre stipendifici e mangiasoldi.