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17/01/2018 06:00:00

Le eccezionali scoperte di Selinunte: una rete idrica, la più antica statua di Hecate

  A Selinunte sono stati ritrovati ambienti naturali, e non solo, risalenti a 2700 anni fa. La scoperta è stata effettuata dai geologi dell’Università di Camerino attraverso una tecnica avanzata e promettente, nata dall’incontro tra geomorfologia e archeologia.

"Con una termocamera ad alta sensibilità termica, caricata sul drone, i geologi dell’Università di Camerino hanno rilevato sul terreno dell’area archeoogica di Selinunte, alcune anomalie termiche riconducibili ad importanti strutture sepolte di circa 2700 anni fa che dal ’Tempio M’ scendono verso il porto" ha annunciato Fabio Pallotta, geoarcheologo consulente dell’Università di Camerino del Parco Archeologico di Selinunte. Le ricerche hanno portato alla scoperta di tubature costruite dai greci per far arrivare l’acqua nelle case. In pratica, si tratta di un autentico sistema idrico.

“Verosimilmente” aggiunge Pallotta "era un susseguirsi di templi e di vasche colme di limpida acqua sorgiva che ruscellava verso il mare africano per offrire prezioso ristoro ai viaggiatori di confine. Dalle immagini termiche tutti possono osservare come il gradiente di calore delinea nel terreno perfetti disegni geometrici che circondano proprio i resti del cosiddetto ’Tempio M’, ora collocato lungo la sponda destra del Fiume Selino, ma che in origine spiccava con tutta la sua bellezza sull’estremo promontorio occidentale dell’incantevole laguna".

“Anche i greci effettuavano deviazioni di corsi d’acqua.” commenta Marco Materazzi, geomorfologo dell’Università di Camerino “Gli studi fin qui condotti a Selinunte hanno permesso in primo luogo di ricostruire quella che doveva essere l’antica linea di riva al tempo della massima espansione della città greca, evidenziando la presenza di due porti ubicati immediatamente ad est e ad ovest dell’Acropoli di Selinunte e confermando, integrandole, le ipotesi già formulate dagli archeologi Hulot e Fougères agli inizi del Novecento”.

"Selinunte era la megalopoli della Sicilia occidentale" ha spiegato Enrico Caruso, direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, soprintendente a interim dei Beni culturali e ambientali di Trapani “e, per la prima volta, stiamo ricostruendo l’ambiente naturale in cui venne fondata e divenne grandiosa. Certi che la sua forza, rappresentata dai corsi d’acqua e dalle alture che la resero bellissima e potente per poco più di due secoli, fu anche la sua fragilità: la città venne distrutta nel 409 dai Cartaginesi in dieci giorni”.

Oggi il direttore del Parco discuterà sul posto dei ritrovamenti e degli aspetti tecnico-scientifici con Vittorio Sgarbi ed il rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari.

"E' stata anche trovata la più antica raffigurazione di tutto il mondo greco di Hekate, personaggio di origine pre - indoeuropea che fu ripreso nella mitologia greca. Ecate o Hekate, regnava sui demoni malvagi, sulla notte, sulla luna" annuncia Enrico Caruso. 
"Abbiamo rinvenuto - prosegue Caruso - anche vasi corinzi, oggetti ornamentali, statue ed addirittura un flauto sempre dell'epoca greca. Abbiamo
ricostruito le case risalenti all'epoca classica ed ellenistica, dopo la distruzione del 409 a.C.  Infatti abbiamo trovato alcuni elementi architettonici che appartenevano alla facciata e siamo riusciti parzialmente a ricostruirla. Si tratta del Tempio dorico, circondato da colonne, più antico tra quelli Selinuntini".

Il Parco Archeologico di Selinunte è tra i più grandi in Europa: comprende al suo interno un'intera città e due zone suburbane destinate ad accogliere, ad Occidente piccoli santuari e ad Oriente i grandi santuari.