Riaperto l’ingresso da Triscina al parco archeologico di Selinunte, dopo la chiusura del novembre 2016.
L’inaugurazione, con le foto di rito del 26 giugno dello stesso anno, aveva visto anche l’apertura di sette locali commerciali che, grazie ad un appalto, si erano da subito insediati all’interno della struttura.
Certo, i prezzi non erano proprio popolari per il visitatore che arrivava da Triscina, costretto a pagare 16 euro. Infatti, oltre alle 6 euro d’ingresso, era costretto ad aggiungere 10 euro di trenino elettrico per raggiungere il tempio E.
Dopo l’estate, come era prevedibile, la cosa cominciò a non funzionare: “In quindici giorni non abbiamo staccato un biglietto – aveva dichiarato il direttore del parco Enrico Caruso - Le limitate risorse economiche e il fatto che parte del personale abbia lasciato il lavoro per motivi di quiescenza, ha reso più gravosa la gestione del sito, che mi auguro comunque possa riaprire”.
Ed infatti il sito ha riaperto.
Ma al di là dell’ingarbugliato caso dei sette commercianti, fatto di cause e avvocati per difendere i loro interessi in seguito alla chiusura, il pericolo sembra assai più grande: se la struttura non dovesse essere utilizzata, potrebbe andar persa la parte di finanziamento europeo ancora da ricevere.
Ne abbiamo parlato con il direttore Enrico Caruso.
Come mai l’ingresso da Triscina è stato ripristinato?
E’ un anno che ci lavoriamo con il Comune e finalmente abbiamo raggiunto un accordo.
Dal momento in cui ci mette a disposizione il personale, noi riapriamo. Col nostro personale non ce la facevamo a tenere aperti entrambi gli ingressi. Durante i mesi invernali apriremo nei giorni feriali, ma solo la mattina. Poi, se il Comune dovesse metterci a disposizione ulteriori impiegati, potremmo garantire l’ingresso da Triscina anche per i festivi. Ci hanno intanto messo a disposizione 3 persone.
Certo che gennaio non è proprio un mese favorevole per aspettarsi un numero decente di visite. Perché aprire proprio adesso?
Le ragioni della chiusura non sono state causate dalla carenza di visite.
Quando chiusi l’ingresso da Triscina, nel novembre 2016, fu soltanto perché il Comune non ci mandava il personale. Con i dipendenti del parco non riuscivo a tenere aperti entrambi gli ingressi. Da Triscina non entrava nessuno ed avevo problemi a tenere aperto l’ingresso da Selinunte. E’ chiaro che io tenda a concentrare il personale di cui dispongo laddove serve.
Almeno d’estate, il numero di accessi dall’ingresso di Triscina, è accettabile?
Su 3000 accessi, da Triscina ne abbiamo avuti un centinaio. Il rapporto è quello.
Ad ogni modo per realizzare quest’ingresso sono stati usati tanti soldi. La struttura c’è e dobbiamo farla funzionare.
Ed i trenini elettrici che portano il turista dall’ingresso di Triscina fino al tempio di Hera?
Il servizio dei trenini, al momento è in forma ridotta, perché stanno facendo la revisione delle macchine. Ma appena finiranno la revisione, partiranno anche da lì. Però stiamo pensando di creare un percorso pedonale alternativo.
Sul numero di accessi è ottimista?
Noi diamo un servizio. Il numero di accessi dipende poi da tanti fattori.
Egidio Morici