Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/01/2018 06:30:00

Il convegno di Selinunte. L'unica nota stonata? Sgarbi...

 L’unica nota stonata è stato Sgarbi, arrivato ieri con ben un’ora e mezza di ritardo all’incontro dal titolo “Selinunte ed il Consenso Geologico”, svoltosi al Baglio Florio del parco archeologico. Sì, perché per il resto la serata è stata molto interessante ed i relatori sono riusciti a comunicare conoscenza ed entusiasmo, illustrando le straordinarie scoperte geomorfologiche dell’Università di Camerino sul territorio selinuntino, svelando strutture risalenti a 2700 anni fa, che dal tempio “M” arrivano quasi fino al porto.

Peccato che prima, la gente aveva cominciato a stancarsi di aspettare. Al punto che, giustamente, dopo quasi un’ora e mezza, un signore propone: “Scusate, che ne dite se ce ne andiamo tutti? Ma vi sembra questo il modo?”.
In tanti si alzano e cominciano a guadagnare l’uscita, mentre uno dei relatori cerca di fermarli: “Signori scusate! Sono Fabio Pallotta dell’Università di Camerino. L’assessore, col direttore ed il rettore sono fuori. Stanno concedendo delle interviste…”
La gente rumoreggia: “Non si fa così, è un’ora e mezza che aspettiamo!”
“Lo so, lo so – ribatte imbarazzato il professore Pallotta – Guardate, a me sta a cuore potervi oggi spiegare le cose. E vorrei farlo con tutta la calma e la tranquillità che ci vogliono, perché ho bisogno di tempo per poter partecipare con voi alle nostre piccole scoperte. Vi chiedo pazienza come sono paziente io… che vi devo dire… aspettiamo un attimo. Anzi, vado… vado a chiamarlo”.

Insomma, alla fine Sgarbi arriva e la gente rimane, anche se alcuni sono andati via. E tra questi, c’è anche il sociologo e scrittore Lorenzo Barbera, fondatore e Presidente Onorario del CRESM (Centro Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione).
Prima di entrare al baglio, Sgarbi viene avvicinato da un signore, che aveva dato l’impressione di volergliene cantare quattro, invece gli stringe la mano e gli dice estasiato: “Lei è l’unico che sa parlare. Complimenti!”.

Forse colpito dall’apprezzamento, una volta guadagnato il microfono in sala, si scusa del ritardo. Giornalisti internazionali gli avrebbero fatto perdere troppo tempo per le interviste, che dovevano essere fatte con la luce del giorno. E siccome d’inverno fa buio presto…
Si dirà: ma intanto, nell’attesa, i relatori avrebbero potuto cominciare a spiegare le loro slide. E invece no, perché secondo il professore Claudio Pettinari, rettore dell’università di Camerino, sarebbe stato giusto fare in modo che anche Sgarbi potesse assistere alle relazioni sulle scoperte fatte dal team di ricercatori.

Il suo intervento è centrato principalmente sull’annunciata ricostruzione del tempio G. Spiega che gli hanno fatto tre preventivi, uno di 5 milioni, uno di 12 ed un altro di 35. E che probabilmente si tratterà di proporre ai mecenati che dovranno finanziare l’opera (ancora segreti) una via di mezzo: magari 15 milioni. Poi toccherà alla politica, “E se non sarà possibile, pazienza – dice Sgarbi - Ce ne sono altri tre più piccoli. Possiamo ricostruire quelli. Anche se non sarebbe la stessa cosa, perché il tempio G è davvero grandioso”.

Ma a seguire il convegno, Sgarbi sembra annoiato, smanetta col cellulare. Poi, dopo aver fatto una breve telefonata, si abbiocca. E siamo ancora alla prima presentazione. Riesce a svegliarsi appena in tempo per far finta di seguire un passaggio più interessante del resto. Per fortuna la tortura dura poco: a “salvarlo” arriva una ragazza del suo entourage che gli bisbiglia qualcosa e se lo porta via da una porta secondaria.

Chi conosce il posto, sa che da quella porta si arriva anche ad un’uscita. Un gruppetto lo raggiunge e, appena fuori dal baglio, esplodono le strette di mano, i selfie e i “la seguo sempre in tv”, mentre all’interno si svolgono le proiezioni cominciate in ritardo proprio per poter permettere a Sgarbi di assistervi.
E alla fine, “l’ora d’aria” diventa “un’evasione”. Nel senso che l’assessore lascia il gruppetto e va via coi suoi accompagnatori. Tra le spesse mura del baglio rimangono invece i relatori, il direttore del Parco Enrico Caruso, e tutti gli altri che avevano scelto di aspettare pazientemente l’inizio del convegno.
Insomma, a Selinunte le realtà rivelate dalla termocamera sono una novità. Il comportamento di Sgarbi un po’ meno. Pare che non sia mai arrivato puntuale in nessun evento.

Egidio Morici