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31/01/2018 06:00:00

Truffe agli anziani in aumento: come difendersi?

 Quando bussano alla porta di casa possono essere da soli o in coppia. Possono essere donne o uomini. Non sono certamente persone violente, sono infatti gentili e rassicuranti, vestono elegante e mostrano grandi abilità nel parlare.

Non stiamo certamente parlando di assistenza domiciliare porta a porta ma di veri e propri truffatori in giacca e cravatta. Un fenomeno che si è ormai diffuso ad ampio raggio su tutto il territorio nazionale e che purtroppo, è in costante crescita.

Finti poliziotti, addetti alla manutenzione mandati da qualcuno; sono questi alcuni dei tanti stratagemmi che adottano per entrare nelle case degli italiani, mostrando un tesserino, e raggirare i malcapitati sottraendo loro ingenti somme di denaro.

Alcuni truffatori si presentano come esponenti delle Forze dell’Ordine, come accaduto a Rovigo, dove sono stati individuati due dei quattro truffatori che si fingevano finanzieri e che nella primavera del 2017 hanno rapinato un anziano. Nell’ottobre scorso, un’operazione dei carabinieri ha portato all’arrestato a Palermo e nella provincia di Bergamo di quattro persone per truffa che nel periodo di agosto e settembre avrebbero messo a segno dei colpi nelle provincie di Palermo. I presunti truffatori si facevano consegnare ingenti somme di denaro per l’acquisto di pietre preziose che in realtà erano dei falsi. Una truffa architettara ad hoc, con un copione scritto e diretto come nelle migliori sceneggiate d’altri tempi; un primo soggetto avvicinava il malcapitato, simulando di essere appena sbarcato in Italia e fingeva di chiedere informazioni, il secondo complice si fingeva un passante e sollecitava il dialogo tra le parti, in quel preciso istante lo straniero mostrava l’astuccio contenente le pietre preziose e chiedeva se qualcuno conoscesse un orafo. Il finto passante diceva che poteva aiutarlo in tal senso. Subentrava poi l’orafo che valutava il materiale e indicava il valore, precisando che vi era la necessità di dover chiudere l’affare. Il malcapitato si mostrava così interessato a partecipare e consegnava il denaro.

Ad Arezzo invece, si erano finti Carabinieri, convincendo un 90enne a dare i soldi che teneva in casa per fare una comparazione con altri soldi sequestrati. Il tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine ha portato all’arrestato in flagranza di reato dei responsabili per “truffa aggravata” e “violazione di domicilio”. Una storia che, come un copione già scritto, si è ripetuta anche a Mortara, dove un 92enne è stato truffato da un uomo che si è finto carabiniere in borghese impegnato in indagini sui furti e ha sottratto all’anziano 600 euro. Nella provincia di Novara, precisamente tra Galliate e Vescolate, un falso tecnico, accompagnato da un complice, si è finto un falso tecnico dell’acquedotto, il complice si è presentato invece come vigile urbano. Una volta entrati in casa hanno distratto i malcapitati, rubando contanti e gioielli. Nemmeno quella signora anziana di Roma, che vive con il figlio e che non c’è mai in casa, non dimenticherà di certo quella voce di sconosciuta con fare diretto e sicuro che le diceva dall’altro capo del citofono “signora sono il tecnico per aggiustare quel guasto!” e la signora “non mi serve, io ho dato la disdetta”, ma quella voce tanto sicura quanto misteriosa rispondeva in modo disarmante quella conversazione appena iniziata con un mesto “ah ok”. Bisogna precisare inoltre che la signora, ebbe dei disservizi una settimana prima e il figlio diede disdetta che gli fu subito concessa.

Quali sono i passaggi e i segnali che precedono l’azione diretta dei truffatori ai danni degli anziani? Non è certamente una domanda facile alla quale poter dare un’immediata e certa risposta poiché ogni gruppo criminale opera in autonomia e con un modus operandi differente. E’ certamente possibile prevenire il fenomeno, prendendo coscienza in merito al fatto che nessun gestore ha la necessità di ricevere il denaro mediante consegna domiciliare. Lo stesso concetto è applicabile anche per tutti coloro che, dietro un citofono, millantano di essere gli aggiusta tutto o persone direttamente mandate da compagnie che vogliono offrirvi nuovi piani tariffari o altro. Allorquando dovessero verificarsi situazioni anomale, di pericolo o che possano in qualche modo risultare invasive e/o lesive, l’individuo è tenuto a non aprire la porta e informare tempestivamente le forze dell’ordine.

Noi abbiamo parlato con la Dott.ssa Rossana Putignano, Psicologa- Psicoterapeuta, Consulente di parte con il CRIME ANALYSTS TEAM in qualità di Responsabile della Divisione Sud e della Divisione di Diagnosi Neuropsicologica e Forense ci ha riferito in merito al fenomeno: “Ci manca il programma "Mi manda Lubrano" quando, negli anni '90, il conduttore dispensava consigli a tutto spiano su come difendersi dai tentativi di truffa e rapina. Purtroppo gli anziani sono la categoria prediletta da chi, senza scrupoli, é disposto a entrare nella tua casa con le scuse più disparate, a volte fingendosi tecnico della luce, del gas o riparatore delle linee telefoniche. Alcuni, attrezzati di spry ipnoinducente, impiegavano poco a svaliggiarti la casa mentre tu ti facevi beatamente la schiacciatina indotta. Alcuni si fingevano lontani parenti dell'Argentina o del Brasile presentandosi con la foto di tuo nonno: é successo alla mia famiglia.Inutile raccontarvi la discussione col maresciallo dei carabinieri e i pianti delle 'cugine'. E se fossero state vere cugine? É questo io dubbio che assale più di ogni altro in quei momenti di carrambata ma a noi non deve interessare. Ci sono modi e modi di contattare i parenti, di certo non quello di presentarsi dietro la porta di casa! I più scaltri conoscevano l' ipnosi e si facevano condurre direttamente al bancomat. Oggi le truffe hanno assunto uno stampo diverso: buttano l' acqua sotto la porta fingendo l' allagamento del palazzo o il finto avvocato chiama il nonnino di turno per dire che il figlio é in stato di fermo e che occorre la cauzione. A tutto ciò mi sento di dare un unico grande consiglio: telefonare sempre ai figli o a un parente prossimo per sincerarsi della situazione oppure,al limite, respingere la telefonata del 'tecnico', almeno finché non avete consultato qualcuno più giovane e più lucido per poter ponderare la richiesta”.

Angelo Barraco