A seguito dell’articolo pubblicato il 1 febbraio sul sito Tp24.it che lede e diffama il diritto all’immagine, al nome, alla dignità e alla riservatezza dei componenti dell’Ente Euroform, invito il direttore responsabile, come previsto per legge (ex art.57 c.p.), a sospendere ogni attività lesiva, e a predisporre una nota stampa che sconfessi l'articolo calunnioso, non firmato dall’autore, da far pubblicare sulla testata giornalistica con il medesimo risalto dell'articolo incriminato. Sul vostro articolo non compare alcuna Nostra dichiarazione, venendo meno al dovere del giornalista in rapporto alla correttezza del diritto di cronaca e al rispetto della verità sostanziale dei fatti. Fatti riportati sulla vostra testata di cui noi prendiamo le distanze, in quanto non rispecchiano assolutamente la realtà dei fatti.
Possibili ingiurie non rappresenterebbero espressione di libertà di pensiero, ma potrebbero rispecchiare una condotta illecita tale da cagionare un danno aziendale risarcibile ai sensi della Legge (art.9 codice deontologico). La diffamazione costituisce reato di cui all’art. 595, terzo comma del codice penale. Tanto premesso, La invito a non ripetere più la commissione del suddetto reato, con l’espresso avvertimento che in mancanza si adiranno le vie legali al fine di ottenere congruo risarcimento danni parametrato al danno di immagine aziendale subito.
Da parte nostra massima disponibilità nell’esporre la reale vicenda, sostenuta da relativa documentazione.
Distinti saluti,
Ufficio amministrazione Euroform.
Il nostro articolo non è lesivo, perchè racconta di un fatto realmente accaduto, con tanto di denuncia dei genitori degli alunni a cui è stato negato il diritto all'istruzione e che aspettano da Euroform chiarimenti, non certo querele ai giornalisti... Siamo disponibili, come nel nostro stile, a valutare tutti gli aspetti della vicenda che Euroform ci fornirà, rispondendo alle domande che abbiamo posto in calce all'articolo.
La redazione