“La corruzione resta la più grave minaccia della democrazia. Una malattia dell’avere che corrode la radice dell’essere, della vita. Un’infezione che prepara il terreno alle mafie e che le mafie hanno fatto propria. Oggi il metodo corruttivo, la violenza in guanti bianchi basata sull’uso del denaro, è il loro metodo prevalente”.
Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera nel corso del suo intervento che ha chiuso la tre giorni di Contromafiecorruzione di Libera che si è svolta a Roma con la partecipazione nei tre giorni di oltre 3000 persone per un rinnovato impegno per liberarci dalle mafie e dalla corruzione.
“E allora è sempre più difficile distinguere. È vero che non tutti i corrotti sono mafiosi, ma è anche vero che i parametri, i criteri che finora abbiamo usato per valutare ciò che è mafia, vanno rivisti, aggiornati, approfonditi. C’è allora una grande campagna culturale da fare, perché è ancora molto diffusa l’idea che la corruzione e le mafie siano mondi diversi e separati, e che il reato di corruzione sia molto meno grave di quello mafioso, per alcuni una bagattella scusabile con la sua diffusione o giustificabile con l’eccesso di burocrazia o di pressione fiscale”