Chiedeva soldi per conto della famiglia mafiosa di Matteo Messina Denaro. Calogero Randazzo, classe 1950, di Campobello di Mazara, coniugato, è stato arrestato dai Carabinieri a Pontenure, in provincia di Piacenza.
L'arresto è avvenuto su ordine della Procura di Marsala, a seguito dell'attività investigativa dell'Arma, dopo le denunce di due imprenditori che operano nel campo della lavorazione e vendita dell'olio e delle olive da mensa. Randazzo - che già in passato ha avuto una condanna per mafia, ed è stato assolto invece nell'inchiesta "Campus Belli" - aveva chiesto ai due 30.000 euro di pizzo, dicendo di agire per sostenere la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Siccome i due non volevano pagare, ha anche esploso dei colpi di arma da fuoco contro le loro automobili, per intimidirli. Dopo l'arresto, convalidato dal Gip, Randazzo si trova rinchiuso nel carcere di Piacenza, mentre i Carabinieri di Castelvetrano continuano le indagini per capire eventuali connessioni e il contesto in cui si muoveva l'allevatore di Campobello di Mazara.
Ecco il comunicato dei Carabinieri:
Nel pomeriggio di ieri 13 febbraio2018, a Pontenure (PC) i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico di:
RANDAZZO Calogero, 67enne di Campobello di Mazara, pastore e già noto alle forze dell’ordine.
Grazie ad attività d’indagine svolta dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Castelvetrano, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, è stato possibile documentare numerosi e convergenti elementi indiziari a carico del RANDAZZO in ordine a più tentativi di estorsione perpetrati a imprenditori castelvetranesi.
Nello specifico, nei mesi di settembre e ottobre dello scorso anno, l’indagato si recava presso due imprese olivicole castelvetranesi, richiedendo ai titolari la somma di 30.000,00 euro. Entrambi gli imprenditori opponevano un secco diniego. Nella notte del 29 ottobre, tuttavia, venivano danneggiate con colpi di fucile cal.12 le autovetture di proprietà delle vittime, parcheggiate nei pressi dei loro fabbricati industriali e a distanza di quaranta minuti l’una dall’altra.
Grazie all’attività d’indagine svolta da quest’Arma – dispiegata anche mediante servizi d’intercettazione e strumentazioni tecniche –, nonché alla collaborazione delle vittime, era possibile ricostruire gli eventi e raccogliere indizi di colpevolezza a carico del RANDAZZO.
Quest’ultimo veniva localizzato ieri in provincia di Piacenza, e tratto in arresto con la collaborazione dei Carabinieri della locale Compagnia. Al termine delle formalità di rito il RANDAZZO veniva associato alla casa circondariale “Le Novate”, a disposizione dell’A.G. mandante.