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23/02/2018 07:28:00

Processo d’appello per duplice omicidio. Pietro Centonze: “Quella notte ero altrove"

“Pietro Centonze è riuscito con il suo esame a riferire alla Corte come, dove e con chi ha trascorso la notte del duplice omicidio e pertanto non poteva essere sul luogo del delitto a quell’ora”.

E’ quanto ha dichiarato l’avvocato Diego Tranchida dopo l’autodifesa del 48enne presunto omicida marsalese davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Palermo, dove Pietro Centonze è imputato, insieme al cugino Domenico Centonze, di 42 anni, per il duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi. Un duplice omicidio che in primo grado ha visto i due Centonze condannati a 20 anni di carcere ciascuno. In appello, però, la difesa (avvocati Diego e Massimiliano Tranchida, Luigi Pipitone e Raffaele Bonsignore) ha chiesto e ottenuto la riapertura dell’istruzione dibattimentale per l'assunzione di nuove prove, sulle quali hanno già relazionato, in aula, l’ex generale del Ris dei carabinieri di Parma Luciano Garofano e Pietro Indorato, esperto in traffico telefonico. Quest’ultimo ha riferito sulle immagini relative ad alcune intercettazioni effettuate dai carabinieri del Ros nell’ambito delle indagini sfociate nell’operazione antimafia “Visir” e sulle “celle” telefoniche agganciate dai cellulari degli imputati la notte del duplice omicidio. Elementi dai quali, secondo la difesa, emergerebbe che i due Centonze, la notte del delitto, non erano nella zona in cui i due tunisini furono uccisi. I cugini Centonze (cugini, a loro volta, del capomafia ergastolano Natale Bonafede) furono arrestati dai carabinieri dopo circa un mese di indagini. Anche se Pietro Centonze fu rimesso in libertà pochi giorni dopo. Fu, però, nuovamente arrestato subito dopo la sentenza del gup Parrinello. Secondo l’accusa (indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Marsala), avrebbero ucciso per gelosia. In un night di Mazara (il “Las Vegas”), dove sarebbero arrivati con una ballerina romena, avrebbero litigato con i due tunisini perché uno di questi si sarebbe intrattenuto, scambiandosi anche il numero di telefono, con la giovane originaria del Paese dell’Est europeo.