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05/03/2018 06:00:00

Trionfo Di Maio e Salvini, flop Pd. Renzi lascia. Tutti i dati e le reazioni del voto

18,25 - Renzi lascia la guida del Pd. Lo ha appena annunciato in conferenza stampa, riconoscendo la sconfitta, e chiedendo "un confronto vero all'interno del Pd su ciò che è accaduto".

Chiede pertanto un "congresso serio e risolutivo", con un "segretario eletto dalle primarie, non un reggente eletto dal caminetto". Renzi ribadisce che non sosterrà alcun governo "con gli estremisti". 

13,30 -  - Numeri alla mano, non sembra esserci una coalizione, o partito, con la maggioranza assoluta di 316 deputati e 158 senatori. E questo in nessuna delle due Camere. Il centrodestra ottiene più seggi sia al Senato (140 nella migliore delle ipotesi, secondo le proiezioni del Consorzio Opinio Italia), sia alla Camera (257 nello scenario più ottimistico). Ma resta ben lontano dall'asticella che permette di legittimare un governo. Il primo partito è di gran lunga il Movimento 5 Stelle che però potrà ottenere fino a 119 poltrone a Palazzo Madama e fino a 240 a Montecitorio. In mezzo il centrosinistra, con fino a 55 seggi al Senato e fino a 120 alla Camera.

 

Se le forze politiche rimanessero fedeli alle dichiarazioni della campagna elettorale e di questa notte, sarebbe da escludere un appoggio di Pd e centrosinistra sia a un esecutivo di centrodestra, sia a un governo grillino. Anche se le probabili dimissioni di Renzi dalla segreteria (annunciate e poi smentite), potrebbero cambiare lo scenario. In entrambi i casi, va sottolineato, l'eventuale sostegno sarebbe sufficiente per raggiungere una maggioranza. "Il Pd dovrà decidere da che parte stare", ha detto D'Attorre (Leu) questa notte a Porta a Porta, aprendo implicitamente a un'alleanza coi 5 Stelle. Che da sola, però, non basta per governare. "Saremo all'opposizione", la linea del dem Ettore Rosato, ribadita senza tentennamenti. "Tutti dovranno parlare con noi", hanno invece detto a chiare lettere gli esponenti pentastellati commentando i risultati. "Siamo pronti a confrontarci sui contenuti, non sulle poltrone", il diktat grillino.

Escluso il Pd, va valutata l'opzione più gettonata nei corridoi della politica: ovvero quella di una alleanza tra i 5 Stelle e la Lega di Salvini che uscirebbe in questo modo dalla coalizione di centrodestra. I numeri, nel caso, consentirebbero una larga maggioranza sia alla Camera, sia al Senato. E sarebbe la maggioranza più antieuropeista, considerato che nell'Europarlamento M5s sta con Farage e la Lega con Front National e Fpoe. Da via Bellerio trapela che l'intenzione di Salvini sarebbe quella di tentare tutte le strade possibili per formare un governo di centrodestra a guida Lega. Il Carroccio si confronterà "prima con gli alleati". Quel "prima" sembrerebbe lasciar presagire a un eventuale "dopo" con le altre forze in campo (evidentemente i 5 stelle), qualora la soluzione interna alla coalizione non fosse percorribile. Ma è lo stesso Salvini a smorzare l'ipotesi di intesa coi grillini, ribadendo in conferenza stampa di escludere "coalizioni strane" e confermando che "uso mantenere la parola data" e "la Lega ha vinto nel centrodestra e resterà alla guida del centrodestra". Il leader della Lega si è sentito di escludere "governi di scopo", ma si è detto pronto "ad ascoltare e incontrare tutti". Anche se "non mi piace cambiare squadra a partita in corso". Nel Carroccio, e nel centrodestra, confidano evidentemente di poter trovare in Parlamento i voti che mancano per legittimare una eventuale maggioranza.

Un'ulteriore ipotesi, non da scartare, sarebbe proprio quella del governo tecnico e di scopo non gradito a Salvini. Servirebbe però il sostegno di centrodestra e centrosinistra, con l'obiettivo di mettere a punto una legge elettorale per tornare al voto appena possibile. Operazione che potrebbe non essere nè semplice, nè veloce. Se la Lega dovesse cambiare idea, il Movimento cinque stelle sarebbe non determinante. La palla passa ora al presidente della Repubblica Mattarella che, sulla base di numeri e consultazioni, dovrà decidere se e a chi dare l'incarico per formare un nuovo governo. Prima, però, c'è la partita delle presidenze delle Camere - essendo la prima votazione fissata per venerdì 23 marzo -, ed è ovviamente tutta ancora da giocare nelle prossime settimane. E su questo fronte, va sottolineato, anche il rigido Movimento 5 Stelle potrebbe concedere qualcosa agli attuali avversari in cambio, magari, di un appoggio esterno o di un patto di non belligeranza. Un banco di prova, quello per eleggere i numeri uno di Palazzo Madama e Montecitorio, che potrebbe servire a 'testare' eventuali alleanze di governo.

 12,50 - . Matteo Salvini si dice pronto a governare con la coalizione di centrodestra. Il leader della Lega, durante la conferenza stampa indetta in via Bellerio a Milano, si mostra soddisfatto del risultato elettorale ottenuto. Ma è chiaro sulle possibili mosse future: "Niente accordi al di fuori del centrodestra", afferma.

“Noi facciamo parte di una coalizione di centrodestra e con i nostri alleati governeremo nei prossimi anni – precisa Salvini - Porteremo lavoro e normalità in Italia. Io manterrò l’impegno preso con gli italiani. La squadra con cui lavorare è quella di centrodestra”.

Matteo Salvini precisa che nello scenario post voto la Lega non farà alleanze con partiti al di fuori della coalizione di centrodestra. “Gli scenari che hanno dipinto molti giornali che ci vedono in coalizione con altri partiti non fanno parte dei nostri progetti”.

 12,20 - Dopo la sconfitta alle elezioni politiche il segretario del Pd Matteo Renzi avrebbe deciso di dimettersi dalla guida del partito. Lo scrive l'agenzia Ansa ma dopo pochi istanti arriva una precisazione dal suo portavoce, Marco Agnoletti: "A noi non risulta".

E su twitter il suo stretto collaboratore scrive: "Il segretario parlerà oggi pomeriggio alle 17".

 11,50 - «È una bella giornata, nonostante la pioggia»: esulta Luigi Di Maio mentre poco dopo le 10 usciva dalla sua abitazione a Roma dopo il trionfo del Movimento Cinque Stelle, primo partito in Italia con oltre il 30% delle preferenze degli elettori. «È un dato storico ed è stata un’emozione indescrivibile», ha aggiunto salendo sull’auto bianca venuta a prenderlo. È lui il vero vincitore di queste elezioni, insieme al leader della Lega Matteo Salvini, che ha però già chiarito che resterà nella coalizione di centrodestra. Poco prima Di Maio aveva ringraziato su Facebook «tutti quelli che ci hanno sostenuto e ci sono stati vicini»

11,00 -  Dopo i primi scambi, le principali Piazze europee prendono fiato ma, all'indomani del voto, Milano è la peggiore. Piazza Affari cede l'1,2%.

Il giorno dopo il via libera dell'Spd a una Grosse Koalition in Germania, Francoforte resta negativa (-0,2%), ma riduce le perdite rispetto all'apertura.

Vira in positivo Parigi, che sale dello 0,1%, mentre Londra guadagna lo 0,4%.

In Piazza Affari restano sotto pressione Mediaset, che perde il 4,7%, e le banche. Nel complesso il comparto cala del 2,3%, trascinato da Bper che scende del 4,3%, Ubi del 3,8%, Intesa del 2,6% e Unicredit del 2,8%. Banco Bpm è stata sospesa al ribasso ed è rientrata in perdita del 4,7%. Mps giù del 2%. Salgono invece Leonardo (+0,5%) e Tenaris (+0,96%).

Lo spread tra Btp e Bund si riduce e torna sotto la soglia dei 140 punti base, a 136 punti. Il rendimento del titolo a 10 anni del Tesoro é in calo all'1,98%.

09,45 - Mentre nei seggi lo scrutinio ha superato i due terzi, la mappa elettorale dell'Italia assume tinte ben definite. Ed è un giallo intenso quello che spicca nelle regioni del Sud e nelle isole. Il M5s si avvia verso uno storico cappotto in Sicilia e Sardegna, dove potrebbe conquistare tutti i collegi uninominali e fare meglio del 61 a 0 di Berlusconi in Sicilia nel 2001. Al di là dello Stretto di Messina, dove si registra la più bassa affluenza italiana, il logo pentastellato supera il 47 per cento dei consensi, mentre nei collegi uninominali vengono schiantati i big degli altri partiti.

08,10 - Riassuntone: potrebbe vincere il centro destra. PD fuori dai giochi. Renzi annuncia l’opposizione. Forza Italia inferiore alle attese sorpassata dala Lega. All’interno di FI vincono i Salviniani di Ghedini e perde Gianna Letta. All’interno dei gruppi parlamentari del CD ruolo determinante di FdI by Meloni. Grasso-Bersani-D’alema flop. Ci sarà la corsa a isolare Di Maio. Per Mattarella conterà il successo della Grossa Coalizione della Merkel.  Governo per un Anno?

07,25 - Un terremoto elettorale”, “un cataclisma politico”, uno scenario che sembrava impossibile da ipotizzare, ma che in realtà sembra solo un nuovo capitolo della saga politica che sta attraversando le democrazie occidentali negli ultimi anni.

Dagli Stati Uniti di Trump alla Brexit, dalla Francia che ha rischiato di ave e una presidente “nera” per arrivare fino a noi. I risultati che ormai si stanno delineando in modo abbastanza netto vedono due partiti – che rappresentano una rottura evidente rispetto al sistema politico italiano fin qui conosciuto – raggiungere voti e percentuali forse non immaginabili nemmeno dai diretti interessati.

Stiamo parlando del Movimento 5 stelle (M5s), che si afferma di gran lunga il primo partito dell’arco parlamentare italiano con oltre il 30 per cento dei consensi grazie a un risultato incredibile nel Mezzogiorno dove in molte aree ha superato persino il 50 per cento, e della Lega (già Lega Nord) che sfonda in tutta Italia superando il 18 per cento – rispetto al 4 per cento delle elezioni politiche di cinque anni fa – e diventando primo partito della coalizione di centrodestra. Al contrario perdono anche nelle loro roccaforti sia Forza Italia(Fi), a discapito proprio dell’alleato leghista nelle regioni del nord, che il Partito democratico (Pd) che non è riuscito a tenere nemmeno nelle regioni “rosse” del centro.

La ripartizione dei seggi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica
Tutto questo significa, tradotto in seggi, che il M5s conquista – secondo la media delle ultime proiezioni – 234 seggi su 630 alla Camera dei deputati, seguito da Lega con 122 seggi e dal Pd con 105. Poi Fi e Fratelli d’Italia che fanno parte della coalizione con la Lega che conquistano rispettivamente 96 e 33 seggi. Situazione leggermente diversa al Senato dove il Pd rischia di diventare il quarto gruppo con 50 senatori su 315 superato anche da Fi (53). Il M5s ottiene 115 seggi, la Lega 55.

Le dichiarazioni e le prossime mosse dei leader politici

In giornata sono attese le dichiarazioni dei leader dei vari partiti e coalizioni anche se per quanto riguarda il Pd, l’ormai ex ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha affermato che “è chiaro che per noi si tratta di una sconfitta chiara e netta. Le valutazioni più compiute alla luce dei dati definitivi le farà il segretario Matteo Renzi in giornata. Per noi questo risultato è chiaramente negativo”.

Di segno opposto le dichiarazioni di Alfonso Bonafede, candidato ministro alla Giustizia del Movimento 5 stelle che ha dichiarto che “c’è un elemento certo che emerge da questi dati, ovvero che il M5s sarà il pilastro della prossima legislatura”. Mentre Alessandro Di Battista, sempre del Movimento, ha parlato di una “apoteosi che conferma che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi”.

07,05 - Pare abbiano attirato più l'attenzione dei media che quella degli elettori. Mentre centrodestra e Movimento Cinque Stelle esultano per i risultati alle elezioni politiche, non si registrano dichiarazioni dalle parti di Potere al Popolo, CasaPound e +Europa.

06,55 - Per capire l'entità della vittoria dei Cinque Stelle e la sconfitta del centrosinistra basta guardare questa mappa con l'assegnazione dei collegi maggioritari. Tutto il Sud ha votato Cinque Stelle, tutto il Nord centrodestra, il centrosinistra perde anche in Emilia. 

06,45 - E adesso che succede? Quando sono passate poche ore dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018, si moltiplicano le ipotesi sui possibili scenari che potrebbero essere determinati dal voto degli elettori.

Prima di tutto bisogna chiarire un concetto: non c'è alcun automatismo fra vittoria elettorale e incarico di formare il Governo. Spetta sempre al Presidente della Repubblica, dopo il giro di consultazioni, ovvero dopo aver sentito i principali leader politici, conferire l’incarico di formare il Governo. La tornata elettorale ha consacrato Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha anche aperto uno scenario nuovo, molto complesso. 

Il MoVimento 5 Stelle reclamerà con forza l'incarico e, del resto, è difficile avallare l'idea che una forza politica col 33%, con 230 deputati e 120 senatori, possa essere messa ai margini senza ripercussioni. Di Maio proverà a rendere credibile l'idea di un esecutivo di minoranza, ovvero di un esecutivo che si regga grazie alla convergenza spontanea di molti parlamentari sul programma e sulla squadra di governo dei Cinque Stelle. Servono più di cento parlamentari, difficile che Mattarella possa acconsentire a un tuffo nel vuoto di Palazzo Madama e Montecitorio. Allora i Cinque Stelle dovranno guardarsi intorno, ma sappiamo tutti ciò che troveranno: una manciata di seggi "potenzialmente raggiungibili" in area LeU e poco altro, considerando che di intese organiche con PD e Forza Italia non se ne parla nemmeno.

Resta la Lega Nord, resta l'altro trionfatore delle elezioni, ovvero Matteo Salvini. Prima del voto, entrambi si erano sottratti all'ipotesi di alleanza, ma ora il quadro potrebbe cambiare, sia perché le forze "euroscettiche, antisistema e populiste" rappresentano la maggioranza del Paese.

06,20 - Non aspetta neppure le prime proiezioni, il Movimento 5 Stelle. "C'è un elemento certo: saremo il pilastro della prossima legislatura ed è il risultato di tutti questi anni di lavoro", dice Alfonso Bonafede, potenziale ministro della Giustizia in un governo Cinquestelle, commentando i primi exit poll. Nel quartier generale del Movimento non sono mancate urla di giubilo dei big tutti riuniti in una sala, lontano dai giornalisti.

Il candidato premier, Luigi Di Maio, ha seguito i primi dati in un'altra stanza e, quando sono usciti i risultati, è uscito in camicia per andare ad abbracciare gli altri. La proclamazione della vittoria è però toccata ad Alessandro Di Battista: "È un trionfo, un'apoteosi. Ora tutti dovranno parlare con noi". Il passare delle ore, delle proiezioni e poi dei risultati dello spoglio non hanno fatto che confermare la netta affermazione del Movimento, oltre il 30%.

 

06,00 -  Non c'è maggioranza. Dopo queste elezioni 2018 l'Italia, come 5 anni fa, non ha vincitori, non ha coalizioni o forze politiche in grado di formare un governo. Ci sono vincitori, e ci sono sconfitti. Ma i risultati come nelle previsioni non permettono al Parlamento di comporre una maggioranza. C'è stata la vittoria del Movimento 5 Stelle e della Lega che nel centrodestra diventa il primo partito. C'è un crollo del Pd, e si prevede un'altra, l'ennesima, resa dei conti all'interno del partito. Quando siamo all'alba, e gli scrutini non sono ancora terminati, la situazione, comunque, sembra definita: a un terzo delle sezioni scrutinate alla Camera la coalizione di centrodestra è avanti a tutti. Per Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia la parcentuale è del 37,24%, mentre il M5s è a 30,92%. Il centrosinistra si attesta intorno al 24,31%, mentre LeU è al 3,41%.

Ma già dalle proiezioni il quadro è sembrato chiaro: i dati definitivi forniti da Swg per La7 relativi al Senato danno M5s a 32,1%, con un netto distacco rispetto agli avversari: crolla il Partito democratico, che è dato al 19%, mentre la Lega con 17,6% sorpassa Forza Italia (14,6%). Nel centrodestra Fratelli d'Italia arriva al 4,1% e Noi con l'Italia-Ude 1,1%, mentre nel centrosinistra +Europa 2,4%, Civica popolare Lorenzin 0,5%, Italia Europa insieme 0,7%, Leu 3,2%. Sempre le proiezioni di La7 per la Camera vedono M5s a 32,1%, Pd a 19,0% e Lega a 17,5%, anche in questo cas avanti a Fi, che si attesta a 14,1%. Fratelli d'Italia ottiene 4,1%, mentre Noi con l'Italia 1,1%. +Europa è a 2,7%, Leu a 3,5% e Civica Popolare 0,5%. Infine Italia Europa insieme 0,6%.