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11/03/2018 11:36:00

Reddito di cittadinanza, la finta foto della fila al Caf

 Ma insomma, ci sono o no queste file ai Caf e ai Comuni per chiedere il reddito di cittadinanza, la principale misura proposta dal partito dei Cinque Stelle? La verità, come sempre, sta in mezzo, qualcuno si è informato, ma non ci sono state code ai Caf, nè file ai Comuni. Così come non c'è nessun complotto ad ingigantire la cosa in chiave "anti - Cinque Stelle". Anche questa vicenda racconta bene quanta isteria ci sia nel Paese. E quanta sciatteria, soprattutto da chi fa informazione. Lo racconta bene questa foto pubblicata dal quotidiano "Il Mattino". 

Il Mattino il 9 marzo ha pubblicato un articolo su questa vicenda parlando di assalto ai Caf, a dimostrazione dell'assalto ha usato una foto di una fila con didascalia "Uno dei Caf presi d'assalto per ottenere il reddito di cittadinanza". Bene la foto risale ad almeno il 2010, è una fila alle Poste (nella foto è stata tagliata la parte con l'insegna delle Poste). Questa informazione malata e tossica è la "notizia", il cuore del problema.

Un altro quotidiano ha usato una foto, rilanciata anche da giornalisti "di peso", della fila ai Caf che in realtà risaliva al 2014.

A scoprire il tutto il gruppo di giornalisti del collettivo Valigia Blu: "Nel post di Valigia Blu abbiamo ricostruito, sentendo i sindacalisti e lo stesso giornalista del giornale locale che per primo ha pubblicato la notizia - anche lì esagerandone la portata -, che appunto la versione mediatica nazionale era falsa, una chiara distorsione dei fatti (una decina di casi di persone che chiedevano informazioni). Ma quel tipo di disinformazione si sposava perfettamente col pregiudizio di molti verso Sud fannullone e elettori 5 stelle idioti. Con un'altra più subdola forzatura figlia della strumentalizzazione politica: quelle persone sono cadute in trappola, una trappola tesa dai 5Stelle, sono state ingannate da Di Maio. Altra narrazione che si è affiancata poco dopo a questa è che sia stato il PD a diffondere quella 'fake news' (nel nostro post chiariamo che dai fatti emersi fino ad ora non ci sono evidenze a sostegno di questa versione). Cosa che a sua volta ha incontrato il pregiudizio negativo di molti verso PD. Chi è stato "ferito" dalla prima versione ha trovato in questa seconda versione una sorta di riscatto, di compensazione emotiva e quindi vi ha aderito senza nemmeno pensarci due volte.E così questa dinamica in entrambi i casi ha favorito la viralità di questi articoli. La disinformazione funziona perché siamo noi a farla funzionare, il nostro modo di processare le informazioni in base ai nostri pregiudizi, alla nostra faziosità diventa un tool, una piattaforma per diffondere disinformazione. La prima forma di alfabetizzazione non dovrebbe essere su come funzionano i media, ma ai nostri stessi processi cognitivi".