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12/03/2018 09:35:00

La politica. Renzi: "Il mio ciclo alla guida del Pd è finito"

Parla oggi Renzi sul Corriere della Sera: «Il mio ciclo alla guida del Pd è finito. Sono stati quattro anni difficili ma belli. Abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Quando finirà la campagna di odio tanti riconosceranno i risultati. Ma la sconfitta impone di voltare pagina. Tocca ad altri. Io darò una mano. Continuerò a farlo con il sorriso: non ho rimpianti, non ho rancori [...] Siamo passati da 13 milioni di voti del referendum ai 6 milioni di domenica scorsa. Abbiamo dimezzato i voti assoluti rispetto a quindici mesi fa. Allora eravamo chiari nella proposta e nelle idee. Stavolta — e mi prendo la responsabilità — la linea era confusa, né carne né pesce: così prudenti e moderati da sembrare timidi e rinunciatari. Dopo un dibattito interno logorante, alcuni nostri candidati non hanno neanche proposto il voto sul simbolo del Pd, ma solo sulla loro persona».

Molte personalità della sinistra vi sollecitano un dialogo con i 5 Stelle. Perché rifiutare? E se Di Maio indicasse per Palazzo Chigi una personalità a voi non ostile?

«Non esiste governo guidato dai 5 Stelle che possa ottenere il via libera del Pd. Non è un problema di odio che i grillini hanno seminato. E non è solo un problema di matematica, visto che i numeri non ci sono o sarebbero risicatissimi. I grillini sono un’esperienza politica radicalmente diversa da noi. Lo sono sui valori, sulla democrazia interna, sui vaccini, sull’Europa, sul concetto di lavoro e assistenzialismo, di giustizia e giustizialismo. Abbiamo detto che non avremmo mai fatto il governo con gli estremisti, e per noi sono estremisti sia i 5 Stelle che la Lega. L’unico modo che hanno per fare un governo è mettersi insieme, se vogliono».

Oggi, a partire dalle 15, ci sarà la direzione del Pd. Orfini leggerà la lettera in cui Matteo Renzi annuncia le dimissioni. Martina (secondo i renziani) oppure un collegio di stimabili capicorrente (secondo Orlando e Cuperlo) traghetteranno il partito verso il congresso di aprile, in cui potrebbe già essere eletto segretario Delrio.

Salvini ha annunciato che per le presidenze di Camera e Senato non c’è problema, spettano ai due vincitori, quindi una andrà alla Lega, l’altra ai Cinquestelle, senza che questo prefiguri accordi per il governo. Il Giornale titola in prima pagina: «Strappo di Salvini. Il leader leghista snobba Forza Italia e decide di trattare senza alleati con i Cinque stelle per la presidenza delle camere». Berlusconi, sapendo bene che Forza Italia è in liquidazione, vorrebbe tanto che non si tornasse a votare e ha dato un’intervista alla Stampa in cui esorta il Pd ad appoggiare un esecutivo, senza neanche specificare se debba essere grillino o leghista.