"Me ne vado, ma non di mia iniziativa, sono stato cacciato fuori". Lo ha detto l'ormai ex assessore ai Beni culturali della Regione siciliana Vittorio Sgarbi, neo deputato alla Camera, parlando con i giornalisti a Palermo. "C'era un patto in base al quale sarei rimasto assessore in Sicilia, anche se eletto al Parlamento, e che me ne sarei andato solo se fossi diventato ministro, ora chiedo almeno di avere il tempo di firmare gli ultimi provvedimenti, non si tratta piu' di scegliere, me ne vado".
Poi il piccolo ricatto a Nello Musumeci : "Il presidente mi aveva detto 'Vittorio dobbiamo parlarci perché c'è una situazione insostenibile'. Ma lui non è stato affatto cortese con me. Gli ho detto, 'va bene, domani vengo', e lui ha detto di no, 'decidi di andartene'. Non mi ha particolarmente deluso Musumeci, ma non è stato cortese con me. Così ecco il mio piccolo ricatto: il 27 viene il potente mecenate che deve dare 39 milioni per Selinunte, non li dà a me, ma tratterà con me. Se me ne vado con chi tratterà? Se fossi Musumeci chiederei a me di restare almeno fino a quando l'operazione non sia conclusa".
“Me ne andrò quando lo consente il regolamento del Parlamento. La giunta per le elezioni dovrebbe essere convocata per la fine di marzo, a quel punto io avrò un mese per decidere se restare come assessore o andare in Parlamento e più o meno saremo al giorno del mio compleanno, l’8 maggio, che tra l’altro è il giorno in cui mi cacciò la Moratti. Sia chiaro, non rimango perché ho bisogno di questo c… di poltrona, dove non mi sono mai seduto, ma perché mi pare bello che quello che ho iniziato si porti a compimento”, spiega Sgarbi annunciando dunque che lascerà la Sicilia, dopo che nei giorni scorsi il Movimento 5 stelle aveva presentato all’Ars una mozione di censura nei suoi confronti.
MICCICHE'. "Sono davvero dispiaciuto che Vittorio Sgarbi vada via, perché oltre che un amico è una persona straordinaria". A scriverlo su Facebook è il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, dopo la conferenza stampa del critico d'arte, che oggi incontrando i giornalisti ha confermato le voci delle sue dimissioni. Un passo indietro che Sgarbi ha detto di essere stato costretto a fare, essendo stato "cacciato".
"Il presidente Musumeci - ha detto il critico d'arte - non vede l'ora che io me ne vada. Non sarò più assessore ai Beni culturali. Hanno deciso loro che me ne devo andare, non ho scelto io".