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21/03/2018 13:20:00

Fornì pannelli per 3 milioni a Nicastri. Ma dopo la confisca lo Stato non paga

 Non solo le indagini per mafia, la confisca di beni per un miliardi 300 milioni di euro, l'accusa di essere braccio economico di Matteo Messina Denaro. Vito Nicastri, il re del vento, da Alcamo, mette nei guai una azienda di pannelli fotovoltaici che non ha mai pagato.

Ma più che lui a mettere nei guai la Solon spa di Carmignano del Brenta, è lo Stato. Infatti la Solon, non è mai stata sfiorata dalle indagini, si ritrova con un credito di oltre tre milioni di euro nei confronti di Nicastri che rischia di non riscuotere. La Cassazione ha infatti bocciato il ricorso della Solon per il dissequestro del denaro e ha pure stabilito che quel credito rischia di non riscuoterlo mai.
Tutto comincia nel 2010, quando la Solon fornisce 4295 moduli fotovoltaici e 203 inverter alla Eolo Costruzioni di Nicastri. Poi, al momento di saldare il conto, la Eolo viene sequestrata in quella che fu la più grande misura di prevenzione antimafia in Italia.
Nel gennaio 2016 la confisca diventa definitiva, e la Solon fa di tutto per ottenere quei soldi. Nel 2014, infatti, avvia un procedimento civile per ottenere i 3 milioni 240 mila euro. Ma non c'è nulla da fare. Prima il Tribunale di Trapani, nel gennaio 2017, rigetta il ricorso con cui la Solon chiede l'ammissione dei crediti vantati. Poi, nel dicembre dello scorso anno arriva la sentenza della Cassazione che conferma ciò che decise il tribunale di Trapani. Il motivo? La legge dal 2011 è cambiata, e per la restituzione dei crediti vantati nei confronti di una società sotto sequestro è necessario chiedere il pignoramento. In sostanza dovrebbe chiedere il fallimento della Eolo, che è ormai di proprietà dello Stato. Non proprio una pratica veloce, e non proprio una notizia positiva per una azienda che qualche anno fa ha messo in cassa integrazione 80 dei 180 dipendenti.
E’ del 7 dicembre la sentenza della Cassazione che conferma il provvedimento del Tribunale siciliano e lo completa dicendo che dal 2011 la legge è cambiata, e che per la restituzione dei crediti vantati da una società nei confronti di un’altra sottoposta a misura di prevenzione sarebbe stato necessario chiedere un pignoramento, ora che la Eolo Costruzioni è dello Stato (quindi è ancora sul mercato) alla Solar non resta chiederne il fallimento. Un iter complicato e molto lungo, che rischierebbe di trascinarsi per almeno altri 10 anni. Una strada difficile ora che la Solon è in concordato preventivo dallo scorso anno e che nel 2012 ha dovuto ristrutturarsi e mettere in cassa integrazione 80 dei 180 dipendenti.