Silvio Berlusconi e il centrodestra e i Cinque Stelle hanno raggiunto un accordo: la Camera andrà ad un grillino, il Senato ad un esponente di Forza Italia (ma questo accordo è stato votato dalla base dei Cinque Stelle?).
I Cinque Stelle però non vogliono Paolo Romani. Quando era assessore a Monza, Paolo Romani lasciò che la figlia adoperasse il suo smartphone, la cui bolletta era però pagata dal comune. Tredicimila euro di telefonate, a cui seguì processo e condanna per peculato a un anno e 4 mesi, con pena sospesa. Romani ha restituito i soldi, ma intanto è condannato in via definitiva, e questo dà al M5s l’argomento per porre un veto sul suo nome a presidente del senato, dopo che Salvini ha concesso che quella poltrona vada a un berlusconiano.
Da Forza Italia si insiste e si sollevano questioni di principio, ma intanto Berlusconi, mentre invita ad un incontro i grillini, ha avanzato la candidatura di altre due parlamentari, Anna Maria Bernini e Elisabetta Casellati, quest’ultima in ottimi rapporti con la Lega.
Per la camera il centro-destra s’è dichiarato disposto a votare il candidato pentastellato - probabilmente l’uomo di Grillo, Roberto Fico, oppure Riccardo Fraccaro, preferito da Di Maio -, che avrà bisogno del 50%+1 dei consensi. Forza Italia vuole che le vicepresidenze delle due assemblee siano assegnate ai gruppi esclusi dalle presidenze, un modo per tenere in gioco il Pd. La Lega non è d’accordo.