L'ex presidente della Regione Rosario Crocetta è stato sentito come testimone nel processo che si celebra a Palermo che vede imputati per calunnia e diffusione di notizie false i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi. Il processo prende vita dall'articolo dell'Espresso secondo cui Crocetta, parlando a telefono con il medico Matteo Tutino, avrebbe detto che l'allora assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, "va fatta fuori come il padre".
Davanti al giudice Crocetta ha risposto alle domande di pm e avvocati. “Io – ha dichiarato Crocetta – volevo denunciare i giornalisti dell’Espresso dopo la pubblicazione dell’articolo. Il mio avvocato mi raccontò di avere ricevuto una telefonata da un giornalista che disse: se fate denuncia proseguiamo con altri articoli su mie presunte e inesistenti pratiche pedopornografiche in Tunisia”.
A fare quella telefonata, ha detto Crocetta in aula, sarebbe stato "Lirio Abbate". Crocetta ha anche detto di aver sentito parlare di dossieraggi nei suoi confronti e di Antonio Ingroia.
Il perito nominato dal giudice monocratico ha intanto depositato le trascrizioni delle telefonate tra Crocetta e Tutino, che rientrano nel faldone a carico del medico. Secondo il perito non ci sono differenze tra queste telefonate e quelle analizzate nell'incidente probatorio. Inoltre la Procura ha sempre sostenuto che quella telefonata non esisterebbe proprio.
"Non ho mai fatto dossieraggio su Crocetta o su Ingroia" si difende Messina.
Per Lirio Abbate le dichiarazioni dell'ex presidente della Regione sono "accuse calunniose. Non ho mai pronunciato o pensato le frasi che l’ex presidente della Regione ha detto davanti ai giudici. E non mi risulta l’esistenza di un dossier della natura di cui parla Crocetta”.