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26/03/2018 06:00:00

Tutti i fondi europei non spesi dalla Sicilia, e che rischiamo di perdere

 Ancora storie di fondi europei non spesi in Sicilia. Se quest’isola avesse speso, e bene, tutti i soldi che negli anni sono piovuti da mamma Europa, la situazione economica, occupazionale, e di sviluppo di infrastrutture sarebbe certamente migliore di quella attuale.


Ma la storia si ripete sempre, è quella di fondi concessi alla Sicilia per investimenti su infrastrutture, rifiuti, innovazione, lavoro, ma che non vengono spesi o spesso vengono spesi male.
Adesso la Sicilia rischia, ancora una volta, di perdere i fondi che l’Unione Europea ha concesso. Il tutto per l’inerzia degli uffici regionali.
La Sicilia deve spendere entro il prossimo 31 dicembre la prima tranche da 758 milioni di euro di una misura da 4 miliardi e mezzo. Fino ad oggi ha spesso poco più di 100 milioni.


L’Unione europea, ad esempio, ha già bloccato 179 milioni
perchè non c’è ancora un piano rifiuti regionali. Si rischiano i fondi per la banda larga e per l’ammodernamento tecnologico. Ma anche quelli per le grandi infrastrutture come l’anello ferroviario di Palermo. Si rischia di perdere 200 milioni di euro. Dopo le modifiche al piano di spesa del Fesr sono tre le opere ferme. la tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono sulla Palermo-Messina, l’interporto di Termini Imerse e l’anello ferroviario di Palermo, la Circumetnea. Opere per le quali non sono previste spese entro la fine dell’anno, con il rischio che i fondi ad esse dedicati possano tornare indietro.
Nel programma vi entrano invece il secondo tratto della strada Agrigento Caltanissetta e la tratta ferroviaria Palermo-Carini. Due opere che in totale costeranno circa 548 milioni di euro. Mancano quindi 210 milioni da spendere, altrimenti dovranno tornare indietro.
Non solo infrastrutture. Un altro settore indietro è sicuramente quello dell’innovazione. Bloccati ad esempio i 341 milioni di euro per l’informatizzazione e la banda larga. Fermi quindi i 75 milioni per la banda larga, fermi 98,9 milioni per la cartella clinica informatizzata, per l’informatizzazione delle emergenze sanitarie, fermi i 5,3 milioni di euro per il wi-fi pubblico. Osservazioni da parte di Bruxelles anche su un secondo bando per la banda larga da 160 milioni di euro.
Fermi i 179 milioni per i rifiuti. Sono stati bloccati infatti i piani per il compostaggio domestico e di comunità, che servivano a far aumentare la percentuale di differenziata in Sicilia. Bloccati anche i entri di raccolta della differenziata, i progetti per la bonifica di aree inquinate, i bandi per lo smaltimento dell’amianto.
A rischio anche i fondi he rientrano nei progetti del settore energia dove sono disponibii ben 559 milioni. A luglio dovrebbe arrivare un bando per l’efficientamento energedico degli edifici pubblici, un altro serve a introdurre innovazioni per ridurre il consumo di energia delle reti pubbliche. Non si sa però quando verrà emanato, così anche quello per le biomasse.
Un po’ perchè il governo Musumeci ha cambiato i piani del governo Crocetta, un po’ perchè i Comuni sono in ritardo a pubblicare i bandi, un po’ per le ispezioni comunitarie, un po’ per l’incapacità di sfruttare al meglio i fondi che arrivano. Tutto viene messo nel calderone dell’incapacità di spendere i fondi europei. Anche sui 109,8 milioni di euro per l’efficientamento idrico ci sono forti ritardi, e i bandi per le reti fognarie e di depurazione sono in stallo.
Poi c’è lo sviluppo delle imprese, gli aiuti ad aziende e quindi alla crescita dell’occupazione. Nel pianeta imprese ci sono settori in Sicilia che vanno più veloci nello sfruttare e spendere i fondi europei, altri più indietro. Ma spesso gli uffici sono impreparati a gestire la mole di domande arrivate dopo la pubblicazione dei bandi. Il budget per la programmazione 2014-2020 per ricerca, sviluppo, innovazione e competitività delle imprese è di un miliardo e 125 milioni. Al momento sono stati pubblicati bandi per 533 milioni e altri per 163 milioni pronti a partire. La Regione vorrebbe riuscire a pagare gli imprenditori entro 18 mesi dai bandi, ma l’esame delle domande va a rilento. Ci sono ancora bandi pubblicati la scorsa estate non ancora esitati. Un esempio su tutti è il bando sull’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica.Un bando da 23,7 milioni di euro, per cui sono arrivate 471 istanze. Esaminate solo 25. Gli imprenditori ovviamente sono preoccupati e lamentano lentezze e ritardi. Mentre Bruxelles non vuole più stare dietro alle lentezze siciliane.