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27/03/2018 09:05:00

I processi di oggi: l'annegamento di Castellammare del Golfo e la morte a "L'orchidea"

 Nuova udienza a Trapani, oggi, del processo Tche si sta celebrando davanti al giudice Messina nel quale sono imputati, per duplice omicidio colposo, Michele Colomba, 63 anni, insieme alla moglie Francesca Milazzo, di 55, dello stabilimento balneare di Castellammare del Golfo, Dies Vacuus, nelle cui acque, la sera del 3 luglio 2012, annegarono  due uomini, un romeno e un senegalese. Entrambi, sempre secondo l’accusa, lavoravano «in nero» per il lido. I due trovarono la morte mentre, con un pedalò, facevano la spola tra la riva e uno scoglio sul quale stavano costruendo un gazebo. Le due vittime sono il romeno Tofan Vladimir Vasile, 44 anni e il senegalese Seydi Totang, 34 anni. Nell'ultima udienza sono stati ascoltati un testimone oculare della disgrazia, il vice commissario di polizia che eseguì gli accertamenti e una volontaria che lavorava in un centro per migranti gestito dai coniugi Colomba-Milazzo. La tragedia si consumò nel mare di Guidaloca. Il pedalò sul quale erano Vasile e Totang sarebbe stato trascinato al largo dalle forti correnti. Oggi verranno ascoltati altri testi.

L'ORCHIDEA. Nuova udienza ieri dinanzi al giudice monocratico Visco del processo per la morte di Fabio Maccheroni, 43 anni di Seravezza, deceduto nel sonno nella notte tra il 15 e 16 agosto 2016 nel Bed & Breakfast Orchidea di Trapani. Sul banco degli imputati sono Benedetta Serafico, 54 anni, gestore del B&B, indagata per omicidio colposo e lesioni gravissime, insieme alla madre Tuzza Augugliaro, 76 anni, proprietaria dell'immobile, entrambe assistite dall’avvocato Giuseppe Rando, e il gestore del panificio Bartolomeo Altese, 35 anni, difeso dall’avvocato Donatella Buscaino. Nell'ultima udienza  sono stati sentiti cinque testimoni, citati dall'accusa rappresentata dal pm Rossana Penna.Oggi  udienza interlocutoria, senza la citazione di alcun teste. Procedimento giudiziario parallelo, invece, per Antonino Serafico, 92enne, padre di Benedetta, anche lui proprietario dell'immobile, difeso dall'avvocato Rando, che per le sue condizioni di salute, ha ottenuto la separazione della posizione rispetto a quella degli altri tre imputati. Dalle indagini venne fuori che il B&B era privo di autorizzazioni all’uso di tutti e tre piani dell’edificio, e che le esalazioni fuoriuscite da una canna fumaria mal funzionante del panificio al piano terra dell’edificio, sono state mortali.