Rimozione dai ranghi della magistratura. E' questa la sanzione decisa dal Consiglio superiore della magistratura, sezione disciplinare, per Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, sotto processo a Caltanissetta per la gestione dei beni confiscati alla mafia e le nomine di amministratore giudiziario, che avrebbero favorito anche familiari e amici. Il provvedimento del Csm è impugnabile.
L'organo di autogoverno della magistratura ha deciso sanzioni disciplinari anche per gli altri due giudici che componevano il collegio di Silvana Saguto: Fabio Licata (oggi in servizio a Patti) è stato condannato alla perdita di due mesi di anzianità, censura per Lorenzo Chiaramonte (trasferito a Marsala). Assolto invece Tommaso Virga, ex componente del Csm e oggi consigliere della corte d'appello di Roma, è il padre del giovane avvocato Walter, uno degli amministratori del cerchio magico della giudice Saguto. Assoluzione pure per Guglielmo Muntoni, presidente della sezione Misure di Prevenzione di Roma. Per Virga e Muntoni scattato il cosiddetto "articolo 3 bis", che prevede la scarsa gravità del fatto. Per loro il pg della Cassazione aveva invece chiesto la condanna: per Virga, la perdita di anzianità per un anno e mezzo, per Muntoni la censura (da alcune intercettazioni sembrava emergere l'interessamento del giudice romano, che non è imputato nel processo di Caltanissetta, per fare ottenere un incarico al marito della Saguto). Ma il Csm ha deciso per l'assoluzione, un punto a favore per Tommaso Virga, che al tribunale di Caltanissetta ha chiesto di essere giudicato col rito abbreviato.
Nel processo in corso a Caltanissetta stanno emergendo via via particolari sempre più importanti sul modo allegro e personale di gestire i beni sotto sequestro da parte della Saguto. Fatture gonfiate e raddoppiate a favore di Lorenzo Caramma, suo marito. L'ingegnere Caramma, addetto alla manutenzione dei mezzi nella gestione del gruppo Buttitta, amministrata dall'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, avrebbe avuto, rispetto ad altri coadiutori, una posizione privilegiata. E' emersonell'ambito del processo che si celebra nei confronti di 15 imputati, dalla deposizione dell'addetto alla contabilita' del gruppo Buttitta, Fidel Carollo. "Caramma per l'incarico ricevuto avrebbe dovuto percepire 2 mila euro al mese. Il compenso nel 2012 fu quasi raddoppiato e portato a 3.450 euro al mese, ma questo fu un provvedimento che riguardo' solo Caramma". La difesa ha tuttavia evidenziato che nel 2012 all'ingegnere Caramma, a seguito di una procura speciale, vennero assegnate altre mansioni, quali la manutenzione dei mezzi, i processi di produzione e la gestione dell'officina. "L'azienda - ha affermato il teste - nel 2014 attraverso' un momento di crisi e Cappellano Seminara chiese di sospendere i pagamenti per i coadiutori e di procedere a una riduzione dei compensi del 20 per cento. Uno dei pochi, insieme a qualche altro professionista che su disposizione dell'amministratore giudiziario e del giudice delegato continuava a essere pagato era Caramma perche' sosteneva di avere delle necessita' impellenti".
Caramma, inoltre, in qualità di coadiutore dell'avvocato Seminara, nominato amministratore giudiziario nel gruppo Buttitta, avrebbe chiesto lo stesso pagamento di una fattura da 5.600 euro per ben due volte: lo ha detto il commercialista Stefano Buscemi, nell'ambito del processo che si celebra a Caltanissetta nei confronti del giudice Saguto e di altri 14 imputati. "Ho appreso di questa anomalia - ha affermato Buscemi - solo quando sono stato interrogato nel 2015 dalla Guardia di Finanza. C'era una fattura duplicata, emessa da Caramma che in realtà risultava già pagata.
Sicuramente avrò chiesto all'addetto alla contabilità del gruppo Buttitta di chiedere all'ingegnere Caramma la restituzione delle somme e di emettere una nota di credito. Sostenevo sempre che i pagamenti dovevano essere autorizzati dall'autorità giudiziaria". Il commercialista ha anche riferito che durante il periodo dell'amministrazione giudiziaria vennero acquistati dei nuovi mezzi che andavano a sostituire quelli che man mano venivano dismessi.