Passate le elezioni nazionali del 4 marzo i partiti hanno avuto una resa dei conti.
Quello che emerge nella società, soprattutto a livello locale è che i partiti non ci sono più, o meglio ci sono nella misura in cui si muovono per la ricerca del voto. Poi basta.
Questo lo scenario per il centrodestra che per il centrosinistra, una povertà di struttura e di organizzazione che rende bene l'idea del contesto socio politico.
Da anni non c'è una struttura organizzata per Forza Italia in provincia di Trapani. Piaccia o meno il dato di fatto è che con l'ex senatore trapanese Tonino d'Alì la politica azzurra viaggiava su livelli diversi rispetto a quelli di adesso. Il centrodestra cerca di coltivare quel piccolo orticello di voti cercando di non scontentare nessuno, una pezza qui e l'altra pure. Non c'è la lunga prospettiva.
Prova a creare organismi sui territori Diventerà Bellissima di Nello Musumeci, il presidente della Regione.
Il movimento, che sta diventando un partito, si è già dato degli organigrammi, perchè è inutile far finta di nulla ma la politica con la “P” maiuscola la si fa con le strutture di partito, non in maniera raffazzonata.
Il coordinatore provinciale di Diventerà Bellissima per la provincia di Trapani è Paolo Ruggieri, fresco di elezione, che adesso avrà il compito di ridisegnare gli equilibri politici di un centrodestra assente, lo spazio c'è.
La strada da percorrere pure.
Il centrosinistra è quello che fa più parlare di sé, da Mazara a Marsala passando per Trapani ed Erice e Paceco il malcontento ha travolto tutti.
Imploso il Partito Democratico che non ha più riconosciuto il tessuto dei territori, si è mosso ignaro del mutamento sociale, ha raccolto poca cosa.
A questo si aggiunga che dalle segreterie proveniva più di qualche segnale per invertire la rotta. Inascoltato.
Dimissioni in massa si sono registrate ovunque, pezzi di segreteria che hanno preso le distanze dai segretari che gestivano i circoli come fosse un thè al bergamotto in saletta privata: tu sei simpatico vieni, tu antipatico: vai altrove.
A Marsala la situazione è a brandelli, si è chiesto il ritiro degli assessori targati PD (Annamaria Angileri, Clara Ruggieri, Agostino Licari), il sindaco Alberto Di Girolamo ha messo il veto sull'operazione e nessuno si è mosso.
Il gruppo consiliare si è spaccato: tre consiglieri (Federica Meo, Mario Rodriquez e Calogero Ferreri) hanno difeso le posizioni degli assessori e del sindaco comprendendo che non è questo il momento delle ripicche e delle richieste personali; gli altri due (Antonio Vinci e Angelo Di Girolamo) messi di fronte ad una sfiducia si sono autosospesi .
Caos in consiglio comunale: il gruppo consiliare del PD non c'è più.
Vinci e Di Girolamo scrivono le loro interrogazioni all'Amministrazione Comunale come singoli senza sposare alcuna bandiera.
In questo scenario, poco nitido, la segretaria Antonella Milazzo si è dimessa dal ruolo e la situazione del circolo marsalese è all'attenzione del segretario provinciale dem, Marco Campagna, e di quello regionale Fausto Raciti.
Da Palermo confermano che a breve il circolo di Marsala verrà commissariato, e la il commissario potrebbe essere il sindaco di Salemi: Domenico Venuti.
Intanto, giovedì sera si è tenuta una riunione a Marsala con il sindaco della città e i tre consiglieri Meo-Rodriquez- Ferreri alla presenza del parlamentare regionale Baldo Gucciardi.
Si è deciso di ricostituire il gruppo del Partito Democratico, e ieri in autoconvocazione “maturate le interlocuzioni necessarie per risolvere lo stallo politico all'interno del gruppo, i sottoscritti comunicano che hanno proceduto ad eleggere il nuovo capogruppo, all'unanimità dei presenti, nella persona di Agata Federica Meo e il vicecapogruppo nella persona di Calogero Ferreri. La presente comunicazione ha valore per tutti gli adempimenti necessari alla ratifica nell'organo consiliare”.
Tempesta anche per il PD di Mazara del Vallo, nove esponenti del partito hanno chiesto le dimissioni di Teresa Diadema. Giacomo Mauro, Pasquale Safina, Giovanni Palermo, Riccardo Dado, Caterina Agate, Calcedonio Iemmola, Vito Caradonna, Rosanna Conti e Giacometta Bettinelli Gandolfo hanno sottoscritto un documento forte, un atto d'accusa per la convocazione dell'assemblea di partito: “E' l’ennesimo tentativo di evitare un confronto vero sulla disfatta registrata alle ultime politiche nella nostra città. A Mazara abbiamo registrato il peggior risultato delle provincia, nonché il peggior risultato in termini assoluti che il Pd abbia mai avuto dalla sua costituzione a ogg”. Per i più il dato è drammatico in considerazione che in quel collegio vi era candidata proprio la Diadema, vicina a Baldo Gucciardi e da lui voluta segretaria del circolo dem di Mazara. La segretaria non convoca il direttivo da ben due anni e i firmatari del documento ne hanno chiesto le dimissioni.
A Trapani ci sono enormi difficoltà per l'individuazione del candidato sindaco, fallito il tentativo di convergere su Giacomo Tranchida l'unico nome che resta spendibile è quello di Pietro Savona.
Nel centrodestra non c'è neanche un nome da fare, scenario buio. Ma non avevano festeggiato per lo splendido risultato delle nazionali?
A Paceco i dem si sono spaccati, i renziani e i tranchidiani hanno abbracciato la candidatura di Giuseppe Scarcella. Implode la segreteria che sceglie di schierare Filiberto Reina e si dimette la segretaria Vitalba Ranno.
A Pantelleria il circolo è in religioso silenzio, non c'è un nome spendibile per volare con la bandiera dei dem.
Uno scenario drammatico, che rende la sintesi di un partito che non è cresciuto sui territori ma che ha rappresentato aree di pezzi di partito.
Succede tutte le volte in cui si vuole necessariamente tenere la marcia in strada con il freno a mano, temendo che la situazione possa sfuggire di mano.
Troppi i personalismi, pochi i progetti sui territori. Zero il dialogo con i cittadini.