Le nuove consultazioni al Quirinale si terranno domani e venerdì. Il primo giorno sarà dedicato alle forze politiche, nel secondo Mattarella vedrà i presidenti Fico e Casellati e il capo dello Stato emerito Napolitano.
Il centrodestra si presenterà al Quirinale con un’unica delegazione. Scrive Magri sulla Stampa: «Cambia l’ordine dei fattori, non il risultato finale. Salvini, Berlusconi e Meloni si presenteranno tutti insieme al Quirinale ma, per quanto coalizzati rappresentino il 37 per cento, non verranno ricevuti per ultimi dal capo dello Stato. Come interlocutore finale Mattarella terrà i Cinque stelle (che alle elezioni del 4 marzo avevano sfiorato il 33 per cento). Secondo i grillini, ciò rappresenta una chiara rappresentazione di come il Quirinale si regolerebbe, dovendo conferire l’incarico di governo: partirebbe cioè dal partito più votato anziché dalla coalizione arrivata prima. Ciò rappresenta ai loro occhi un motivo di incoraggiamento. In realtà, l’ordine delle precedenze adottato dal Colle corrisponde a criteri che non forniscono alcun vero indizio su quanto intende fare (o non fare) Mattarella. Lassù vale infatti la regola secondo cui, quando più gruppi parlamentari si presentano insieme ai colloqui, la gerarchia delle consultazioni viene fissata in base al gruppo tra questi più numeroso, in questo caso quello leghista. Sul piano cerimoniale, la sommatoria non vale».
Ipotesi Flick per un governo M5s-Pd
Nelle ultime ore si parla con insistenza di un possibile «terzo nome» contro lo stallo. Il più ricorrente è quello di Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte costituzionale e ministro nel governo Prodi, considerato vicino al M5s. Flick ieri ha detto: «Sarei un buon premier come tanti altri. Di certo so che il termine contratto in politica non mi piace». Intanto nel Pd Franceschini apre uno spiraglio: «Non possiamo limitarci a guardare e permettere la nascita di un governo Lega-M5s»