Le consultazioni di ieri al Quirinale non hanno cambiato la scena politica. I grillini forse sopporteranno un appoggio esterno di Forza Italia, ma non vogliono avere niente a che fare con Berlusconi: Di Maio, dopo il colloquio con Mattarella, ha chiesto che il Cavaliere «faccia un passo di lato per permettere la formazione di un governo del cambiamento».
Berlusconi, per tutta risposta, s’è preso la scena, spiazzando e facendo infuriare i suoi alleati. Uscito insieme a Salvini e Meloni dal colloquio col presidente della Repubblica, ha preso a sorpresa il microfono e, rivolto ai giornalisti che avevano appena ascoltato Salvini leggere il comunicato congiunto del centrodestra ha detto: «Mi raccomando, fate i bravi, sappiate distinguere i veri democratici da chi non conosce l’abc della democrazia».
Poco dopo la Lega ha preso ufficialmente le distanze dalle sue parole, accusandolo di aver compromesso tutto. Salvini nutre segretamente la speranza che le elezioni in Friuli certifichino una tale sconfitta per Forza Italia da calmare i bollenti spiriti del Cavaliere.
Intanto il Pd, almeno fino all’assemblea, insiste per restare all’opposizione.
«Doveva essere la sua prima da secondo. Ma la prima volta della sua storia da numero due di qualcosa, per lui ch’era abituato a essere considerato un futuro capo dello Stato già da bambino (“Silvio diventerà presidente della Repubblica”, mamma Rosa dixit), si trasforma nell’ennesima performance da protagonista. Inizia per gradi. Durante l’incontro con Mattarella, riesce con un escamotage a soffiare il posto a Salvini e si siede accanto al capo dello Stato. All’uscita, come nei celebri sorpassi in cui Gilles Villeneuve guadagnava l’angolo stretto in anticipo per sorpassare l’avversario, s’infila a sinistra di una curva e s’aggiudica prima degli altri la postazione microfono. Chi si aspettava la rappresentazione plastica di un numero uno ridotto a gregario rimane deluso. Quando Salvini legge i punti del programma del centrodestra, Berlusconi catalizza su di sé l’attenzione del pubblico. Non potendo fare il primattore, s’inventa regista, direttore della fotografia, scenografo. Il conto sulle dita, dopo pochi minuti, ha già fatto il giro del web» così Labate sul Corriere della Sera.
Le tre opzioni di Mattarella
Sembra che Mattarella non aspetterà né l’assemblea del Pd (21 aprile) né le elezioni in Molise (22) né le elezioni in Friuli (29), ma darà un preincarico o un incarico esplorativo già lunedì, per costringere i partiti a rompere lo stallo e prendere una decisione. Si considera molto importante il colloquio, previsto per stamattina, col presidente emerito Giorgio Napolitano (per i dettagli sulla giornata di consultazioni vedi sotto, nella sezione Oggi). Secondo Breda del CdS «le scelte possibili per Mattarella sono tre. O un preincarico a un esponente della Lega in quanto partito-guida del centrodestra, e in particolare a Giancarlo Giorgetti, al quale vengono riconosciute doti di mediatore e il cui nome è rimbalzato con forza pure al Quirinale. O il mandato a qualche figura istituzionale (su tutti la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che potrebbe forse recuperare terreno a qualche correzione nel centrodestra) nel ruolo di “esploratore”. Il suo compito sarebbe quindi quello di verificare in fretta la residua praticabilità di un’intesa tra le due formazioni politiche che rivendicano di aver vinto. Oppure, extrema ratio, fino all’altro ieri improbabile ma che potrebbe materializzarsi considerando che la situazione internazionale è in movimento, un incarico pieno a una personalità sopra le parti. Una figura adeguata a formare un esecutivo di tregua (o di scopo, o del presidente, o comunque si preferisca definirlo)».
Trattare fa male ai Cinque stelle: scende nei sondaggi
Secondo l’ultimo sondaggio Swg il M5S ha perso l’1,9% dei consensi conquistati nel corso dell’ultimo mese e scende dal 34,5% della scorsa settimana al 32,6%. Motivo: le aperture di Di Maio a centrodestra e Pd. Cresce invece la Lega, che al primo giro di consultazioni aveva il 22,4% dei consensi e questa settimana è salita al 23,5% (+6,1% rispetto al risultato elettorale).