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17/04/2018 07:07:00

Mafia - Processo “Eden”, Cassazione conferma condanne a sorella e nipote di Messina Denaro

Rigettando i ricorsi della difesa, la Cassazione ha reso definitiva la sentenza con cui, il 10 ottobre 2016, la Corte d’appello di Palermo condannò a 14 anni e mezzo di carcere, per associazione mafiosa, Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro.

Confermata, inoltre, la condanna 16 anni per il nipote Francesco Guttadauro, definito il “nipote del cuore” del super latitante. La sentenza di primo grado è stata emessa dal Tribunale di Marsala il 31 marzo 2015.

Zia e nipote sono ritenuti colpevoli di associazione mafiosa (la sorella del boss, in primo grado era stata condannata a 13 anni per concorso esterno) e tentata estorsione a Rosetta Campagna, una delle eredi di Caterina Bonagiuso, madrina di battesimo di Anna Patrizia.

Il processo è scaturito dall’operazione antimafia “Eden” (13 dicembre 2013). Dall’accusa di associazione mafiosa, il Tribunale di Marsala aveva assolto Antonino Lo Sciuto, che invece in appello è stato condannato a 13 anni e mezzo di carcere, con arresto immediato in aula.

Sempre in primo grado, tre anni erano stati, invece, inflitti per intestazione fittizia di beni a Vincenzo Torino, che in appello è stato condannato a 4 anni. Anche queste condanne, come chiesto dal procuratore generale, sono state confermate dalla Cassazione. Tra i difensori degli imputati, gli avvocati Celestino Cardinale, Giovanni Castronovo e persino un nome di grido come Franco Coppi, che fu difensore anche di Giulio Andreotti. Ma ciò non è stato sufficiente ad evitare la conferma delle condanne emesse dalla Corte d’appello di Palermo. Parte civile nel processo sono stati Sicindustria e Antiracket Trapani (avvocato Giuseppe Novara), la solita "coraggiosissima" (fa solo quello: costituzione in serie di parte civile nei processi per ottenere risarcimenti, senza aver mai aiutato un imprenditoore o un commerciante a denunciare il racket...) associazione antiracket di Marsala “La Verità Vive” (Peppe Gandolfo, legale e dominus), Libera (Domenico Grassa) e il Comune di Castelvetrano (Francesco Vasile).