Il giudice monocratico del trbiunale di Marsala Matteo Giacalone ha assolto dall’accusa di omicidio colposo il 46enne Vincenzo Patti, che il 20 agosto 2013, era alla guida della macchina vendemmiatrice che, in un terreno a Petrosino, secondo l’accusa, avrebbe schiacciato contro i pali e i fili in ferro di un vigneto a “spalliera”, tra i cui filari era in corso la vendemmia, l’anziano agricoltore petrosileno Pietro Pipitone.
Quest’ultimo era padre di Salvatore Pipitone, ex assessore nella giunta municipale di Petrosino capeggiata dal sindaco Biagio Valenti. Inizialmente, era stato indagato Massimo Pipitone, figlio minore della vittima, che quel giorno guidava il camion utilizzato per il trasporto dell’uva. Poi, la posizione del giovane, difeso dall’avvocato Ignazio Bilardello, fu archiviata.
L’indagine, però, non si fermò e fu avviato il procedimento a carico di Vincenzo Patti. L’imputato, adesso scagionato dall’accusa, è stato difeso dall’avvocato Carlo Ferracane, che nel processo ha affermato: “Non è possibile che sia stata la macchina vendemmiatrice a cagionare il decesso, perché non può fare marcia indietro e poi riteniamo che non sia stato l’ultimo mezzo a passare da lì”.
Il legale ha, infatti, spiegato che altri due camion, quel giorno, facevano la spola tra il vigneto e la cantina social per trasportare l’uva. E quindi anche questi mezzi potrebbero aver travolto lo sfortunato agricoltore. Nel processo, i familiari di Pietro Pipitone (moglie e tre figli) si erano costituiti parte civile con l’assistenza di Ignazio Bilardello. Poi, però, c’era stato un passo indietro perché la compagnia assicurativa della vendemmiatrice ha deciso di risarcire i familiari versando loro circa 650 mila euro.